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48 giorni in America Latina - 2^ parte - PERU' - (2008) di Pinuccio e Doni

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Diario di viaggio

In questa pagina abbiamo pubblicato il diario e le foto che riguardano i giorni passati in PERU'

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48 GIORNI IN AMERICA LATINA

Ecuador Perù Bolivia Cile

Luglio/Agosto 2008

Pinuccio & Doni

 

Venerdi 11 luglio 2008 – P. Lopez (Ecuador) > Lima (Perù)

La mattina presto, prima di ripartire (a malincuore) per Guayaquil, dove ci attende il volo per Lima, la capitale del Perù, decidiamo di andare ad assistere al rientro delle barche dei pescatori.

La prima cosa che notiano è che la spiaggia, pur essendo le 6 del mattino, è affollatissima. Ci sono persino delle bancarelle dove stanno già cucinando in modo tale che i pescatori al rientro dopo una lunga notte passata in mare, possano trovare di che rifocillarsi.

Quando una barca si avvicina a riva, il comandante grida alla gente quello che hanno pescato, improvvisamente decine e decine di avventori corrono in acqua per salire a bordo offrendo danaro in cambio del pescato, accapparandosi così, se il comandante accetta l’offerta, il pesce al miglior prezzo.

A riva numerosi pick up sono pronti per riempire i cassoni di quintali e quintali di pesce, siamo rimasti un po’ male quando in uno di questi abbiamo notato 9 squali, ormai morti, di circa 3 metri di lunghezza. Fortunatamente non gli erano state amputate le pinne per il mercato orientale per poi essere gettati in mare a morire, ma ci è stato assicurato che in Ecuador viene consumato tutto.

Alle 10.30 arriva il coche per accompagnarci all’aeroporto di Guayaquil dove abbiamo il volo per il Perù, spieghiamo al driver che ci rivedremo tra poco meno di un mese, quando alla fine del nostro giro sudamericano, torneremo in Ecuador per incontrarci con nostro figlio Matteo e recarci alle Isole Galapagos per fare una meravigliosa crociera subacquea tutti insieme.

Una volta atterrati a Lima e ritirati i bagagli, impieghiamo quasi 2 ore per percorrere i circa venti chilometri prima di giungere all’hotel prenotato rimanendo stupiti di quanto è grande questa città di mare sorta su di un deserto che oggi conta 9 milioni di abitanti.

Andando verso la zona residenziale di Miraflores, scopriamo che il traffico è veramente tanto, chiusi nel nostro minibus bloccati tra centinaia di auto, non possiamo non notare l’enorme quantità di locali moderni dalle mille luci, ipermercati, discoteche, concessionarie di auto di lusso, pub, night club, pizzerie per chilometri e chilometri tutti invasi da migliaia di persone. Scopriamo così una città ricca e al passo coi tempi dove però ci viene vivamente sconsigliato di passeggiare nel centro per la sua nota pericolosità. Ceniamo così nel ristorante dell’hotel, cibo ottimo innaffiato da un buon vino “tinto” cileno!

 

Sabato 12 luglio 2008 – Lima > Cuzco

Di prima mattina, trasferimento all’aeroporto di Lima, abbiamo l’aereo delle 10.30 per Cuzco. Da qui in poi non scenderemo mai più al di sotto dei 3600 metri, a parte la giornata dedicata alla visita del Machu Picchu che si trova a “soli” 2300 di altitudine.

Arrivati in hotel, notiamo subito che di fianco alla reception c’è un tavolino con un thermos di acqua calda e un piatto pieno di foglie di coca per potersi preparare il mate de coca.

Avendo letto dei suoi benefici per combattere il mal di altura, ne approfittiamo subito… prevenire è meglio che curare!!!

Il pomeriggio lo passiamo alla scoperta di questa meravigliosa città passeggiando nelle vie che ci portano alla Plaza Centrale dove ammiriamo la bellissima e imponente Cattedrale.

Continuiamo il nostro giro andando alla ricerca delle altre chiese, Cuzco ne conta ben 16, una più bella dell’altra!

 

Domenica 13 luglio 2008 – Cuzco > Pisac

Appuntamento con la nostra guida, si chiama Nilda e parla molto bene l’italiano pur non essendo mai stata nel nostro paese.

Insieme a lei, accompagnati dal nostro autista, visitiamo i siti archeolocigi circostanti Cuzco. Ci rechiamo così prima al Tempio del Sole, poi in ordine Sacsayhuaman Qenqo, Pucapucara e Tambo Machay.

Al rientro in città ci rechiamo insieme a Nilda a visitare l’interno della Cattedrale di Cuzco che avevamo avuto modo di ammirare la sera prima sapientemente illuminata come tutto il resto della piazza. Dentro è molto grande, sembrano tante chiese in una, ci mettiamo più di un’ora ad ammirare i suoi antichi affreschi.

Torniamo in albergo a recuperare i bagagli, salutiamo Nilda, con la quale ci ritroveremo tra due giorni ad Aguas Calientes per prendere insieme il bus alle 6 del mattino che ci porterà a Machu Picchu e partiamo quindi per Pisac che raggiungiamo dopo un’ora di auto.

Sistemati i bagagli nel nostro hostal in aperta campagna, torniamo immediatamente in paese perché, essendo domenica, si tiene il grande mercato settimanale.

Salutiamo il nostro autista di turno e ci immergiamo nella sua visita soffermandoci nella parte più autentica, cioè dove si vendono generi alimentari, è qui che la popolazione locale e quella proveniente dai villaggi vicini può rifocillarsi presso le bancarelle che cucinano sul posto specialità locali. Anche noi non riusciamo a trattenerci quando vediamo una signora con davanti a se una minuscola griglia sulla quale sta cuocendo degli spiedini fatti di bambù con infilzata della carne del rej con in cima una patata lessa. Ci sembrano molto invitanti, infatti si rivelano caldi e buonissimi, altro che ristorante… li divoriamo li sul posto, in piedi davanti alla signora che ci guarda divertita, insieme agli altri avventori, ovviamente tutti peruviani.

Torniamo a piedi all’hostal che dista un paio di chilometri da Pisac, per sera decidiamo di cenare nel ristorante interno visto che siamo abbastanza isolati ed una volta tramontato il sole, a queste altitudini, fa davvero tanto freddo!

 

Lunedi 14 luglio 2008 – Pisac > Aguas Calientes

Alle 9 abbiamo appuntamento con il driver che ci accompagnerà prima a visitare il complesso archeologico di Pisac, poi percorrendo la Valle Sacra arriveremo a Ollantaytambo, minuscolo paesino e sede di un grande centro cerimoniale Inca.

Da qui alle 16 prendiamo il treno per Aguas Calientes percorrendo vallate che scendendo di quota da 3600 metri arrivano a 2200, trasformandosi da paesaggi di montagna a foreste umide con vegetazione sub tropicale tanto che inaspettatamente, pur arrivando col buio, non fa per niente freddo.

Passiamo la serata passeggiando per Aguas Calientes alla ricerca di un buon posto dove gustare una bella bistecca di Alpaca finchè troviamo un posto dove notiamo che viene cucinata in un caratteristico forno a legna, decidiamo quindi di fermarci qui anche perché sta venendo tardi e l’indomani mattina dobbiamo svegliarci molto presto. Ormai sta diventando una costante alla quale però facciamo fatica ad abituarci!

 

Martedi 15 luglio 2008 – Machu Picchu > Ollantaytambo

Alle 6 in punto Nilda, la nostra guida con la quale avevamo visitato Cuzco e dintorni, arriva all’appuntamento in albergo. Ci rechiamo subito al capolinea dei bus per Machu Picchu. Incredibile, è ancora buio, per strada non incontriamo nessuno, ma quando arriviamo ai bus troviamo una fila interminabile di turisti… ma da che ora sono li?

Fortunatamente i bus partono velocemente uno via l’altro e dopo nemmeno mezz’ora riusciamo a salire anche noi.

Percorriamo una strada non asfaltata e con parecchi tornanti in salita finchè dopo circa mezz’ora si arriva all’entrata del sito archeologico.

Una sentiero pedonale con una salita talmente ripida da toglierci il fiato viene dimenticata quando finalmente ci troviamo ad ammirare il Machu Picchu in tutta la sua maestosità.

Il vantaggio di essere già qui sin dalle 7 del mattino consiste, oltre che esserci ancora pochi visitatori, anche nel poter ammirare il sito con le diverse tonalità di colore date dalla luce del sole col passare del tempo.

L’atmosfera è magica, si visita la città rimasta nascosta all’arrivo degli spagnoli scoprendo i suggestivi angoli che questo impressionante sito archeologico sa regalare.

Verso mezzogiorno la fame comincia a farsi sentire, decidiamo così di scendere ad Aguas Caliente per andare a pranzo insieme a Nilda in uno dei numerosi ristorantini per gustare qualche specialità locale.

Salutiamo Nilda ringraziandola per tutto quello che ha saputo spiegarci nella nostra lingua e passiamo il pomeriggio passeggiando per il paese fino all’ora del nostro treno per Ollantaytambo dove arriveremo verso le 22.

Al nostro arrivo non troviamo nessuno ad attenderci alla stazione, l’accordo era che, vista l’ora tarda, qualcuno dell’hostal ci venisse a prendere per accompagnarci in auto.

Ci informiamo su quanta strada avremmo dovuto percorrere a piedi, ci rispondono circa 3 km, decidiamo così di caricarci sulle spalle i nostri bagagli e di percorrere a piedi tutti e tre insieme la strada per arrivare all’hostal, fortunatamente vista l’ora tarda, ogni tanto troviamo qualche buon’anima alla quale chiedere se siamo sulla giusta strada. Arrivati in albergo stanchi ed affamati, reclamiamo per la loro mancanza nel non aver rispettato gli accordi presi in precedenza, ci viene così proposto che l’indomani sera ci avrebbero offerto una cena nel miglior ristorante di Cusco, accettiamo volentieri le scuse!

 

Mercoledi 16 luglio 2008 - Saline di Maras > Cusco

Partiamo di buon’ora per Maras famosa per le sue saline poste ad un’altitudine di 3600 metri. Percorriamo strade che si trasformano in sentieri sterrati circondati dalle cime di montagne innevate che ci regalano stupendi panorami, ogni tanto un solitario pastore con il suo gregge movimentano il paesaggio con scene di vita quotidiana come l’uomo con i suoi 6 asinelli che all’improvviso compare all’orrizzonte, man mano che ci avviciniamo notiamo che è impegnato nella trebbiatura del grano.

All’improvviso ecco che dopo una curva si presenta davanti a noi uno spettacolo meraviglioso, la parete della montagna di fronte, è completamente ricoperta da un mosaico di vasche rettangolari con i contorni bianchi e all’interno l’acqua dai colori di varie tonalità rossastre o marroni che evaporando si trasforma nel prezioso sale. Il tutto potrebbe ricordare le risaie a terrazzo che si trovano in oriente, ma qui tutto è più suggestivo se si pensa all’altitudine in cui ci troviamo, dove basta alzare lo sguardo per rimanere incantati dalla fotografia che i nostri occhi percepiscono trasmettendoci delle emozioni mai provate prima d’ora.

Proseguiamo per il sito agricolo di Moray, sempre immersi nel paesaggio delle montagne circondati da alti ghiacciai, raggiungiamo nel pomeriggio il villaggio di Chinchero dove si notano fortemente le costruzioni Inca sovrastate successivamente dalle costruzioni coloniali fra cui spicca la chiesa riccamente affrescata.

Lungo il cammino, anche nei giorni scorsi, avevamo notato che all’esterno di alcune case viene esposto un lungo bastone con in cima un pezzo di stoffa rossa oppure una borsa di plastica vuota, comunque sempre di colore rosso. Abbiamo poi scoperto che questo è il segnale che indica che in quella casa viene prodotta la chicha.

Si tratta di una bevanda artigianale leggermente alcolica in uso tra la popolazione peruviana di lingua quechua e anche in quasi tutta l’America Latina. In pratica altri non è che mais fermentato, al gusto mi ha ricordato il sapore della birra non pastorizzata. Ho chiesto infatti di poterla assaggiare, così abbiamo fatto sosta presso una casa col caratteristico segnale rosso fuori dalla porta. All’interno una donna tutta sola, evidentemente già allegra e sorridente, sedeva di fianco ad un grossa anfora di terracotta contenente appunto la chicha, dalla quale con un mestolo ha riempito due bei bicchieri dell’ancestrale bevanda Inca, accompagnandomi nel mio timido assaggio e svuotando in men che non si dica il suo bicchiere.

In serata arriviamo a Cusco dove ci attende la signora che ci accompagnerà nel miglior ristorante della città lasciando detto che la cena sarebbe stata offerta da lei scusandosi per l’incoveniente della sera prima ad Ollantaytambo.

 

Giovedi 17 luglio 2008 – Cusco > Puno

Lungo trasferimento di 10 ore in pullman fino a Puno, sul lago Titicaca!

Alle 7 siamo già alla stazione dei pullman, saliamo subito occupando i primi posti davanti in modo da gustare meglio i panorami che incontreremo strada facendo.

Partiamo da Cuzco alle 7.30 in punto, dovremo affrontare 400 km di strade tortuose prima di arrivare a Puno. Il percorso alto andino si rivela molto suggestivo costeggiando bellissime vallate e offrendoci stupendi panorami tipici della sierra.

Fortunatamente sono previste diverse soste che oltre a spezzare il viaggio ci permettono di acclimatarci lentamente all’altidudine dato che arriveremo a superare i 4000 metri sul livello del mare.

Sul percorso sostiamo quindi a Andahuayllas per ammirare la chiesa riccamente affrescata e Racki dove visitiamo un tempio Inca fortunatamente, a differenza di quelli precedenti, completamente in piano.

Dopo il pranzo, sostiamo anche al Passo La Raya, punto più alto del percorso “4400 metri” e punto di confine tra Cuzco e Puno. Nonstante il sole accecante, tira un forte vento gelido, i panorami sono mozzafiato con la catena andina completamente imbiancata dalla neve e i ghiacciai sullo sfondo!

Nel pomeriggio mi accorgo che stiamo attraversando un paesino dove si sta tenendo un caratteristico mercato andino, chiedo come siamo messi con la tabella di marcia e se ci concedono almeno una ventina di minuti per poterlo visitare. Sono attratto soprattutto dal fatto che non essendo una sosta in programma, sicuramente saremo gli unici turisti ad aver preso questa decisione ed infatti nessun altro scende dal pullman.

Il mercato, a differenza di altri, si rivela vero, autentico, senza cianfrusaglie per turisti, oltre alla frutta e la verdura notiamo i sacchi pieni zeppi di foglie di coca, montagne di lana di alpaca, cataste di legname per costruzione, nessuno ti chiama per venderti orribili oggetti di falso artigianato, al contrario qui siamo tra gente di montagna, quindi abbastanza schiva e chiusa, facciamo fatica ad ottenere il permesso di fotografare e il più delle volte gioco d’astuzia, per poter fare un primo piano magari fingo di fotografare Doni. Alla fine riesco a farmi scoprire ed un’anziana donna, giustamente, mi tira dietro una manciata di carote sbraitando le sue imprecazioni in lingua quechua… lo ammetto, me le sono meritate!

Proseguiamo per Juliaca, città di frontiera, dove ci viene spiegato che l’attività più redditizia è il contrabbando di gas, lo trasportano illegalmente dalla Bolivia dove costa molto meno.

Verso le 18 arriviamo finalmente a Puno, gelida cittadina sulle rive del lago Titicaca, il più alto lago navigabile al mondo, ci troviamo a 3800 metri sul livello del mare, d’ora in poi non scenderemo mai più al di sotto di questa quota, in Bolivia poi arriveremo a sfiorare i 5500 metri, ma ormai sin da quando siamo entrati il primo giorno in Perù, ho trovato il mio rimedio contro il mal di altura, che altri non è se non quello praticato dagli abitanti di questi luoghi, e funziona egregiamente!

Siamo in luglio inoltrato e ci pare strano di uscire dal nostro hotel per cercare un posto dove cenare, “armati” di guanti, cappello di lana, pile e giacca a vento, fortunatamente l’albergo si trova in pieno centro e non fatichiamo a trovare velocemete un locale che ci piaccia. Dopo cena un forte vento gelido ci accompagna per le vie di Puno, mai desiderato tanto essere già sotto le coperte al caldo nella nostra stanza con tanto di stufa accesa!

 

Venerdi 18 luglio 2008 – Lago Titicaca Isole Uros

Questa mattina la dedichiamo alla visita delle isole flottanti degli Uros!

Francesca oggi ha la febbre ed è stanca, non vorrebbe venire con noi due, ma io insisto dicendole che ci troviamo in un posto unico al mondo, dove chissà mai se avrà modo di ritornare. La convinco promettendole che nel pomeriggio l’avrei lasciata tranquilla a riposare in albergo sino all’indomani mattina.

Alle 8 ci rechiamo quindi al porto di Puno per salire su una lancia in servizio pubblico sul lago Titicaca per andare sulle isole galleggianti degli Uros. Si tratta di una comunità locale che vive di pesca e costruisce le proprie abitazioni su enormi spessori di canne di totora. Navighiamo per circa un’ora tra i canneti popolati da piccole anatre, ogni tanto notiamo qualche piccola barca con a bordo due o tre persone intente alla pesca, abbiamo la sensazione che siano perlopiù gruppi familiari essendoci quasi sempre un uomo e una donna e delle volte anche uno o due bambini.

Nel frattempo arriviamo a destinazione, appena scendiamo dalla barca, camminando su queste isole, si ha la strana sensazione di sprofondare in acqua al di sotto dello strato di canne, ma niente paura, rimarrà solo una sensazione! Veniamo accolti da un gruppo di donne vestite di gonne e maglie con colori sgargianti e vivaci, ci accorgiamo così che tutti i lavori di aiuto per ormeggiare la nostra imbarcazione vengono svolti da loro, degli uomini nemmeno l’ombra. Riceviamo il benvenuto ed assistiamo a momenti di vita quotidiana per capire il loro modo di vvivere e le loro abitudini.

La giornata è bellissima, si sta davvero bene sotto questo caldo sole, ma il pensiero inevitabilmente va alla sera precedente e al freddo che abbiamo patito, ci domandiamo quindi come possano resistere qui dove le loro capanne fatte di canne non offrono certamente il riparo dal freddo.

Doni e Francesca decidono di fare un giro su una delle caratteristiche imbarcazioni degli Uros fatte anch’esse con le canne del lago, ne approfitto per scattare alcune foto ad una giovane ragazza molto carina facendole dei bei ritratti.

Dopo averla salutata, a malincuore facciamo ritorno verso Puno e accompagnamo Francesca in hotel, anche io e Doni cerchiamo di riposare un po’ perché nel pomeriggio abbiamo appuntamento con una guida che ci accompagnerà a visitare Sillustani.

Verso le 14 salutiamo Francesca e scendiamo alla reception passando una ventina di minuti rispondendo alle e-mail degli amici finchè non arrivano a prelevarci per il tour.

Sillustani è un luogo cerimoniale risalente a culture pre incaiche immerso fra laghi e altipiani andini con scorci panoramici che ricordano molto la Grecia. Se fossimo stati catapultati quaggiù ad occhi chiusi, una volta riaperti avremmo scommesso di trovarci in una remota località di mare del sud Pelopponeso ed invece siamo qui sulle rive di un lago d’acqua dolce tra montagne di oltre 6000 metri!

 

Sabato 19 luglio 2008 – Puno (Perù) > Copacabana (Bolivia)

Oggi partiamo da Puno con destinazione Copacabana.

Dobbiamo attraversare a piedi la frontiera tra Perù e Bolivia con conseguente cambio di auto e di guida.

Decidiamo di “abbandonare” anche in questo hotel un paio di grossi bagagli che ci sarebbero d’impiccio nel deserto boliviano, torneremo a recuperarli il 2 di agosto quando saremo ancora di passaggio da Puno. Dobbiamo ricordarci di recuperare anche gli altri due contenenti l’attrezzatura subacquea, lasciati a Quito il primo di luglio, da dove ripasseremo il 5 di agosto.

Lungo la strada veniamo a sapere che troveremo una “feira”, cioè un mercato di tori; chiediamo di poterci fermare per vedere qualcosa di insolito seguendo le contrattazioni e nel frattempo sgranchirci un po’ le gambe.

Riprendiamo il cammino verso il confine con la Bolivia costeggiando a tratti il lago Titicaca, rimaniamo esterefatti per la sua grandezza e per la bellezza dei panorami che ricordano molto il nostro Meditteraneo. Anche qui, come il giorno precedente, ci sembra di rivedere pezzi di Grecia magicamente trasportati in Sud America a 4000 metri di altezza.

Dopo tre ore e mezza arriviamo alla frontiera ed espletate le formalità doganali peruviane salutiamo i nostri accompagnatori e attraversiamo, a piedi e con i nostri bagagli, lo spazio di nessuno!

Al di là della sbarra in terra boliviana, troviamo puntuale Wilma, la nostra guida, che ci sta aspettando e ci indica il posto di polizia di frontiera dove recarci a fare le pratiche di immigrazione in Bolivia.

Convertiamo i Soles (la moneta peruviana) in Bolivianos, la moneta locale, e raggiungiamo finalmente Copacabana, città anch’essa affacciata sulle rive del lago, dalla quale si può raggiungere facilmente l’Isla del Sol.

Una volta arrivati al lodge, rimaniamo incantati dalla sua posizione che domina tutta la baia e ancor di più quando vediamo la nostra suite. Una parete completamente di vetro, affacciata su un meraviglioso giardino fiorito, ci permette di godere di una magnifica vista sul Lago Titicaca.

Passiamo il pomeriggio camminando per le vie della cittadina andando a visitare la Cattedrale dove abbiamo assistito ad un curioso rito. Davanti alla cattedrale vengono portate delle auto ricoperte di fiori per essere benedette da uno sciamano locale, il quale per togliere il malocchio le cosparge di birra recitando delle preghiere. Le casse di birra servono anche per brindare insieme a tutti i famigliari e amici alla festa che inevitabilmente seguirà subito dopo.

Terminiamo il nostro giro passeggiando sul lungolago decisi a tornare in hotel in tempo utile per assistere al tramonto dal nostro personalissimo belvedere privato!

Decidiamo di cenare nel ristorante dell’hotel perché molto caratteristico e con piatti locali molto invitanti innaffiati da un ottimo vino rosso. Concludiamo la cena con una fonduta di frutta e cioccolato fondente che ricordiamo ancora adesso perché una volta terminata la frutta abbiamo cominciato a pucciare le dita dentro il cioccolato fuso leccandocele come farebbero i bambini.

In questa pagina abbiamo pubblicato il diario e le foto che riguardano i giorni passati in PERU'

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