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BOTSWANA - (2012) di Lidia e Roberto

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Viaggio di Lidia e Roberto Buttura

BOTSWANA

Il mio Botswana

Viaggio di Lidia e Roberto in Botswana e Victoria Falls

01/06 - 14/06/2012 

 

Da alcuni mesi sono tornata dal viaggio in Botswana. Ed ora che i souvenir sono stati scelti ,le foto archiviate ed i filmati ottimizzati, ora che ho lasciato decantare le prime impressioni ,quelle forti,quelle che più ti rimangono nella memoria per unicità, proprio ora ripenso a tutto l'insieme del viaggio. E' qui che mi accorgo che nulla può rinnovare il ricordo come le parole. Quindi, provo a scrivere del mio viaggio. Per me, ma anche per quei viaggiatori che decideranno, leggendo questo diario, di ritornare un poco con me in Botswana.

Si parte da Parigi con un nuovissimo Airbus A380. Siamo io e mio marito Roberto, nei primi giorni di giugno, imbarcati prima verso Johannesburg, poi per Maun. Da qui, con un piccolo Mack Air, viaggiamo verso il Central Kalahari Game Reserve: precisamente verso l'Haina Lodge, nella Deception Valley. Siamo i soli ospiti del Lodge che ha una costruzione centrale con una piccola piscina. Le camere degli ospiti, tendate, sono sparse per la boscaglia, lontane le une dalle altre e dalla zona comune, tanto che il tragitto è percorso solo con il fuoristrada. Quando la guida ci lascia nel nostro alloggio, non senza prima fornirci tutte le istruzioni del caso e rassicurarci sull'assenza di pericoli, ci sentiamo comunque un po' intimoriti da tutto questo nulla. Ci circondava solo bassa e rada boscaglia, orici ,springbook e gazzelle come vicini curiosi. Rimaniamo solo due giorni, impegnati a scorrazzare per le piste sabbiose della riserva ,con una temperatura gelida, senza vedere granché. Animali? troppo freddo pure per loro. La notte, causa la forte escursione termica, ci corichiamo completamente vestiti sotto coperte e trapunte, a volte pure con la borsa per l'acqua calda. La doccia si può fare solo nel pieno della giornata, quando finalmente il sole riscalda l'interno della tenda. Anche il territorio non rispecchia la mia immagine mentale : la vista sempre occupata dalla boscaglia, arida in questo momento dell'anno. Non v'è riscontro alcuno per gli spazi sconfinati che ci si aspetterebbe di vedere in un deserto. D'esso rimangono solo sabbia e mancanza d'acqua. Con il senno del poi ci rendiamo conto che, forse, la scelta di questo posto del Kalahari non è stata delle migliori. Una cosa però affascina ancora molto : l'incontro, in un piccolo insediamento, con tre abitanti di questo deserto : i Boscimani San. Due capanne basse di sterpi in un piccolo spazio ,una donna e due uomini giovani ci accolgono per mostrarci alcune loro abitudini : di come si può sopravvivere in un ambiente privo d'acqua grattando una radice, un curioso gioco fatto di piccole buche nella sabbia dove vengono spostati mucchietti di sassolini per puro passatempo ed una specie di rito vodoo(non so come altro chiamarlo) accompagnato da una cantilena per ingraziarsi la sorte. Un incontro ,con coloro chiamati anche “Primo popolo”,che non scorderò mai.

L'indomani, partendo sempre dalla pista di sabbia dell'Haina Lodge con l'aeromobile, dopo un'ora di viaggio, sorvolando le propaggini meridionali dell'Okawango, arriviamo nella Moremi Wildlife Reserve. Un mondo completamente diverso, dove l'elemento dominante è l'acqua. 

L'Okavango nasce sull'altopiano del Benguela in Angola percorre con altri nomi questo stato e la Namibia,entra come un canale in Botswana e si disperde nelle sabbie del deserto del Kalahari a formare un delta che nei periodi di piena copre una superficie di circa 15.000km-quadrati.Unico grande fiume che non incontra mai il mare.

Raggiungiamo Camp Moremi percorrendo piste sconnesse e guadi che fanno presagire come il nostro soggiorno in questa parte del Delta non sarà privo di emozioni. Il Lodge è molto bello : si affaccia su una distesa di canali contornati da alti canneti, che in questa stagione si colorano di giallo, contrastando il blu intenso dell'acqua,. Gli spazi comuni sono curatissimi, le aree verdi tenute come un giardino, la nostra camera tendata molto confortevole. Devo spendere due parole per descrivere la piacevole sorpresa di trovare del personale speciale composto interamente di giovani nativi ,motivati, preparatissimi, gentili e simpaticissimi, che riesce, senza apparire servile, a mettere gli ospiti a loro competo agio. Siedono con gli ospiti ai pasti e ravvivano le conversazioni con racconti della loro terra o spronando a raccontare le cose viste durante i safari. 

Una curiosità: gli ospiti, la sera, sono obbligatoriamente accompagnati dal personale per i viali del lodge, per evitare incontri con gli animali selvatici che si aggirano nelle radure. A conferma di questo la notte, dal nostro letto, sentiamo abitualmente aggirarsi ,brucare, grugnire facoceri e ippopotami.

 Moremi Game Reserve è uno dei luoghi più affascinanti d'Africa. Con una combinazione di boschi di alberi di mopane e foreste d'acacie, lagune , canali, isole, terreni alluvionali,savane cespugliose, praterie. Ma soprattutto tanti, tantissimi animali. Quasi tutti i più grandi mammiferi Africani si trovano in questo paradiso : branchi di elefanti e mandrie di bufali solcano gli acquitrini erbosi, i lichi - le antilopi delle paludi - sembrano volare sull'acqua, quando corrono tra i canali del Delta. Ippopotami e coccodrilli popolano le acque placide e dietro a mandrie di zebre e branchi di impala, si muovono i leoni, le iene, i licaoni e il leopardo. Ammirando stupiti questo spettacolo della natura non ci sottraiamo, forse nostro malgrado, alla dura legge di questa natura. Assistiamo, attoniti, alla cattura da parte di un branco di leoni di un piccolo di ippopotamo indifeso. Sono, questi, due giorni di stupore intenso, di emozioni che trovo, qui, difficile spiegare a fondo. Siamo partiti con nostalgia e con Moremi nel cuore.

Con un brevissimo volo a bassa quota, che ci dà un'ampia visione del posto unico che stiamo sorvolando, atterriamo sulla pista dell'Okavango Delta per la terza tappa del nostro viaggio. Su questa piccola isola, che ospita Camp Okavango, ci si arriva solo con piccoli aeromobili. Le paludi attorno, infatti, restano permanentemente allagate anche nella stagione secca, rendendolo di difficile raggiungimento. L'ambiente, pur non essendo molto diverso da Moremi è molto più selvaggio, forse a causa del suo isolamento. Qui i safari si svolgono prevalentemente con motoscafi, percorrendo le sinuose vie d'acqua ininterrottamente incorniciate da flessuosi, giganteschi, papiri. Essi a tratti, aprendosi, danno vita a placidi stagni di acqua limpida, colmi di ninfee e di teste sbuffanti di ippopotamo. Di ritorno da un walking safari, percorrendo a velocità sostenuta i canali, per poco non andiamo a sbattere contro un giovane elefante solitario, intento a cibarsi dei papiri : per nulla intimorito, continua il suo pasto come se nulla fosse.

L'escursione in mokoro è un cesellato mosaico di bellezze componenti una sensazione unica : un pomeriggio limpido e tiepido, con i colori tersi della natura che si specchia nelle tranquille acque, con il silenzio assoluto rotto solamente dal fruscio del mokoro che scivola sull'acqua, tra giardini acquatici di ninfee e gigli d'acqua di suggestiva bellezza, i sentieri acquatici ,quasi invisibili ai nostri occhi, tra i papiri che si aprivano e chiudevano al nostro passaggio. In tutto questo, tra stupore ed emozioni continue, come in una chiesa, osiamo parlare solamente sottovoce.

Ottavo giorno. Volo di un'ora e mezzo circa con un piccolo aereo da Okavango Delta a Kasane. Da qui in fuoristrada al Chobe Game Lodge, nel cuore del Chobe National Park. Il lodge si affaccia direttamente sul fiume Chobe ,che qui si allarga a formare un lago, e sulla pianura dei Caprivi in territorio namibiano. Caratteristica di questo parco è l'abbondanza di fauna, soprattutto elefanti, che si possono ammirare durante le crociere sul fiume quando la sera si abbeverano in massa. Durante le escursioni in auto, invece, oltre al freddo intenso dell'alba, nulla di particolarmente emozionante. Non apprezziamo questo lussuoso complesso turistico del Desert&Delta Safari come gli altri due, sempre gestiti dallo stesso gruppo. Forse qui si percepisce meno quello che è il vero spirito d'Africa.

Terminato il soggiorno a Chobe attraversiamo in auto la frontiera con lo Zimbabwe su una buona strada asfaltata. In tre ore circa si arriva a Victoria Falls. Già da molto distante, si può scorgere la persistente nube di vapore sollevata dall'immensa massa d'acqua che fluisce nel precipizio delle cascate.

Ilala Lodge in linea d'aria non dista molto dalle cascate. Infatti dalla nostra stanza, oltre la vista dell'onnipresente nube d'acqua, si sente anche con il rombo del “fumo che tuona”.

 Trascorriamo il pomeriggio in una piacevole,chiassosa e poco emozionante gita sul mitico Zambesi, terminante con tramonto da cartolina di rito. Victoria Falls è una cittadina turistica fatta di negozi di souvenir di artigianato locale e non, grandi e piccoli alberghi e poco altro. Qualche eco-mostro con casinò incorporato mal si adatta al paesaggio, per non scontentare i turisti allocchi.

Le cascate non possono lasciare indifferenti. Affacciati di fronte a questa imponente massa d'acqua che sprofonda in un baratro che pare senza fondo, le nubi di acqua nebulizzata ti avvolgono e ti ghermiscono come una nebbia, che a tratti compare e scompare...e il rumore...Il Fumo Che Tuona...

Noi, avvolti in grandi impermeabili, camminiamo lungo il sentiero cercando punti suggestivi per le foto, tra un acquazzone e l'altro. 

Da una serie di piccole terrazze  si può ammirare un perenne arcobaleno. Fino all'ultima terrazza, che si affaccia sullo Zambesi Bridge che congiunge lo Zimbabwe con lo Zambia.

Il pomeriggio l'atteso tour in elicottero sulle cascate. L'evento è molto gettonato dai turisti. Durante la giornata due o tre elicotteri non interrompono mai il loro moto perpetuo : il tempo di scaricare i passeggeri e sono già ridecollati. Decine di persone sono sempre in attesa.

I 15 minuti di volo sono un attimo ma è un attimo imperdibile. Se da terra, oltre che la bellezza ne senti la potenza, dall'alto ci si rende conto anche della maestosità, dell'unicità di questa creazione della natura.

Passeggiata a piedi sullo Zambesi Bridge, da dove il fiume sceso dalle cascate si incanala in uno stretto canyon. Una vista vertiginosa sul baratro in un turbinio tumultuoso di acque che fa impressione. Temerari ed amanti di emozioni forti, però, frequentano la postazione per cimentarsi nel bungee jumping. Estensione della gita in Zambia per 15 minuti (sul ponte c'è il confine fisico) e poi ritorno in hotel. L'indomani si parte.

Ci siamo fermati una notte a Johannesburg in un hotel che, per compensare il pieno di Natura fatto nel nostro viaggio in Botswana ci ha stupiti con un “tutto fintoooo!” di un....coso immenso(non so come altro chiamarlo) stile Las Vegas. Negozi, ristoranti, casinò e saloni con macchine mangiasoldi compresi.

Per fortuna le cose insignificanti si dimenticano subito, mentre, invece, le cose meravigliose che ancora il Botswana tiene care per chi può e vuole vederle, restano.

LIDIA & ROBERTO

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