Pinuccio & Doni Around the
house
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DA VARESE AL LAGO TRASIMENO in moto - (2008) di Dario

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Giro delle GINE...STRE
31 Maggio-1 e 2 Giugno 2008


Personaggi ed interpreti:

Dario “Coach-Reporter" & Grazia- BMW R1200 GS - "bella-bellissima"
Antonello “Il Biondo” & Sabina - Ducati Multistrada 1000 - "ripacandida"
Donato “Petter” & Roberta - Ducati Multistrada 1100s - "morgana"
 

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31 maggio:
Varese-Bologna-Firenze-Arezzo-Lisciano Niccone
1 giugno:
Lisciano Niccone-Magione-Corciano
Città d.Pieve-Paciano-Castiglione d.Lago-Lisciano
2 giugno:
Lisciano-Perugia-Umbertide
Città di Castello-Arezzo-Firenze-Bologna-Varese

Totale 1.345km

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Si deve pagare dazio, la vita è fatta di compromessi, anche per noi Bastardi DOC.
Così, da tempo, avevamo deciso di fare un bel giretto con le nostre mogliettine e rigorosamente deciso da loro (meta e tipologia).
Il summit dell’inverno ha stabilito la meta: Umbria (Trasimeno Lake), sebbene un terzo del triumvirato (Sabina) fosse propenso ad un itinerario marittimo (le “solite” 5 terre).
Il periodo, necessariamente, quello del week-end lungo di fine maggio.
Ci ritroviamo per trovare il posto ove andare a pernottare e internet ci restituisce magicamente un’indicazione che si confà alle nostre esigenze
http://www.trasinet.it/lasilvanella/ in quel di Lisciano Niccone (o poco prima…diciamo tra Tuoro e Lisciano).
Definita la “burocrazia” e prenotato il casale per due notti, non rimane che attendere i tre giorni previsti e, nel frattempo, fare una danza propiziatoria per far uscire il sole.
Dopo il “Giro del Bastardo 2008” si attendeva questo momento per “bagnare” la nuova moto di Donato “PETTER” che sostituisce la sempre grintosa “Poderosa”.
Prima doveva essere un Monster 696 (2008)…ma poi è stata la volta di una “cattivissima” Multistrada 1100 S, nera, battezzata “Morgana”.
I giorni che precedono la partenza sono caratterizzati dallo studio meteorologico delle varie perturbazioni, nuvole, tsunami, maremoti e terremoti che avrebbero in qualche modo potuto interessare i tratti da noi percorsi.
Le previsioni sono confortanti, io mi preoccupo di tranquillizzare gli altri equipaggi mandando immagini di cartine d’Italia con le nuvoline, solicelli, lampetti e ondinuccie.
Poi chiedo all’organizzatrice “Fuhrer-Maestra” Robbbberta di mandarmi i nomi dei paesi che avremmo DOVUTO visitare OBBLIGATORIAMENTE pena l’esame a settembre.
Così, un paio di sere antecedenti la partenza, stendo il road-book della tre giorni, privilegiando nel secondo giorno, strade un po’ più “adatte” alla nostra natura di biker bastardo privilegiando tratti curvosi e immersi nel verde.

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Ore 5.30 – Sabato 31 maggio 2008
Suona la sveglia. Giù dalle brande !! Inuzzo, ci guarda perplesso e si domanda “Non vorrete mica portarmi fuori a quest’ora, vero ?” e si infila sotto il letto mentre la Ciuppy reclama, come al solito, da mangiare “Non vorrete mica andare via senza avermi dato il mio cibo, eh ?” e si piazza davanti le sue ciotole in cucina..
Dopo la classica notte insonne pre-partenza, mi fiondo a preparare le ultime cose. La mia “seconda” è scattante come non mai: la prima gita di quest’anno con la “BellaBellissima”.
Carichiamo le borse sulla moto, saluti e raccomandazioni a figlie e animali e…..VIA !
Arriviamo al Rendez-vous Point di Castronno e troviamo Petter che si guarda la nuova moto con aria soddisfatta e compiaciuta.
Cominciamo a fare le prime foto di rito in attesa che sopraggiungano i due ritardatari: il “Cuggino di Ken” e Sambrina.
In quei dieci minuti di attesa mia moglie già dà i primi segni di spazientamento … “Dài…andate a fare colazione…fate benzina…su muovetevi…andiamo ?!” al che è stata messa in riga immediatamente con un corale “Non cominciare a rompere ancora prima di partire, eh ?! noi abbiamo i nostri riti propiziatori e non intendiamo rinunciarvicisivicisivisi….”.
Cosi arrivato anche il Cuggino, solite foto, colazione, benzina e….via !
Prefissato che l’andatura sarebbe stata “tranquilla” sul serio, ci incolonniamo in formazione da tour in autostrada. E’ sabato mattina e fortunatamente passiamo indenni dal traffico sia la Varese-Milano sia la Tangenziale Ovest.
Arrivati al casello di Melegnano mi “accorgo” di non avere gli occhiali e decido, per l’incolumità di tutti, di fermarmi per indossarli.
”Cazzo ! La notte diventa giorno ! Non c’è più la nebbia nei miei occhi ! Ci vedo !!!!”
Si riparte e optiamo per una fermata strategica (chiamasi PISC-Stop) dalle parti di Parma dopo circa 180 km percorsi dall’inizio del viaggio. Casino allucinante tanto che, per bere un caffè, perdiamo almeno una mezz’ora.
Si riparte e il traffico si fa intenso. Ci facciamo almeno una decina di km. Transitando sulla corsia di emergenza dato che il tratto tra prima e dopo Fidenza era bloccato su tutte le corsie per un incidente.
Cominciamo a scorgere i cartelli di Bologna e ormai manca poco all’inizio del tratto appenninico, il temuto tratto appenninico.
Piccola sosta a Cantagallo, scambio di macchine fotografiche per riprenderci a vicenda in movimento e via destinazione Firenze laddove è prevista un’altra sosta.
Il tempo ci grazia e ci concede la percorrenza in assoluta sicurezza e tranquillità dato l’assenza di pioggia. Qualche paura per l’evento atmosferico si è avuta in quanto il cielo non è che fosse stato particolarmente limpido.
Il morale è alto e quando si arriva a Firenze ci sembra di essere quasi arrivati a destinazione anche se, in realtà, mancano ancora parecchi chilometri.
La fame comincia a farsi sentire e si opta per la soluzione “arriviamo al più presto al lago Trasimeno e mangiamo”: così tirata diretta fino a destinazione tranne una breve sosta per alimentare i nostri poderosi cavalli d’acciaio.
Finalmente la prima vera mèta è raggiunta.  Il lago Trasimeno !
Sembra di aver cambiato la stagione con l’interruttore: dall’autunno-primaverile di Varese alla primavera inoltrata dell’Umbria.
Caldo ! Tepore ! Sole !
Come lucertole al sole intenti a consumare un veloce pasto: io faccio in tempo a macchiarmi la maglietta “dell’anniversario” agitando, come da istruzioni, la confezione contenente la mia insalata.
Una bella maglietta bianca condita da macchie di aceto balsamico !
Intanto si scattano le foto “classiche” e si annusano i piacevoli odori dei fiori che caratterizzeranno, da quel momento in poi, il giro: le GINESTRE !
Andiamo a bere il caffè e il Biondo si esercita in quello che sarà, tra poco (glielo auguro), la sua nuova professione: il barista !
Raccoglie le ordinazioni, serve i caffè…e vuole pure i soldi !
Cominciano le diatribe sulle cose da farsi: “Portiamo i bagagli al B&B e poi andiamo ad Assisi..” “Ma no ! Andiamo subito !” “Mah..io mi farei una doccia e poi andrei “…e così via.
Si opta per la soluzione “1” quindi direzione Lisciano Niccone, B&B “La Silvanella”.
Per fortuna le indicazioni riportate sul sito internet (consultato la sera prima) sono precisissime: salita per 6km, trattoria “Lo Scoiattolo”, strada a destra per 1,5 km, casale sulla destra…
Arrivati, tutti mi guardano perplessi e si chiedono di come fossi andato così a colpo sicuro…eh eh eh…Non sapevano che avevo guardato le indicazioni…
Veniamo accolti molto cordialmente e guardiamo con malcelata invidia il posto nel quale siamo appena giunti.
Spettacolare ! Un casale in pietra molto ben curato, con una vista sul lago Trasimeno che concilia la pace e tranquillità.
Il B&B molto ben curato, con un enorme terrazzo dal quale si gode il panorama, le stanze grandi e ben curate, con un arredamento anni settanta/ottanta.
Mentre noi uomini riscendiamo verso le moto a compiere le abituali operazioni di scarico bauletti e borse, le donne si giocano la stanza con bagno privato.
Ad un tratto esce Sambrina e grida “Anto !!! Questa volta abbiamo vinto noi ! La stanza col bagno è nostra !!!” sottovoce  e con un sorrisino tirato il Biondo replica… “eh già, sicuramente costa di più..” e infatti così è !
”Ma vuoi mettere non dover dividere il bagno con Petter ?!” dico io.
Prendiamo possesso delle nostre dimore, scarichiamo i pochi bagagli, ci diamo una rinfrescata eci ritroviamo poco dopo pronti a risalire in sella: direzione Assisi !
Decidiamo di andare direttamente all’Eremo di S.Francesco e così è.
Durante la visita, le due maestre cercano di impartire una blanda istruzione ai tre “caproni” approfittando del luogo mistico e sperando in un aiuto dal cielo. Ma S.Francesco parlava agli uccelli mica alle capre !
Sebbene armate di guida, sciorinando notizie che riguardano il luogo, il perché, il come, riescono a far quasi addormentare Sabina che, suo malgrado, sta insieme alle saccenti.
La Roby, presa dall’atmosfera del luogo, parte a manetta verso le varie grotte che si trovano lungo un sentiero impervio, grotte nelle quali i frati si stabilivano nel periodo di meditazione.
Ovviamente il dietro-front è avvenuto dopo non molta strada e soprattutto dopo che Petter ha raccontato del cuggino del Biondo che, fa una mossa, che dopo tre giorni muori !
Presi tutti dal panico ci dirigiamo verso l’uscita, sebbene le maestre non fossero d’accordo.
Si riprendono le moto e si va nella bella cittadina di Assisi.
E’ ormai metà pomeriggio e la stanchezza comincia a farsi sentire. Gli zuccheri calano e le espressioni dei volti cambiano radicalmente.
Le gambe si trascinano, cominciano a verificarsi le prime “visioni “ (non nel senso di cinema), i gorgoglii degli stomaci disturbano la quiete pubblica.
Decidiamo di assaltare una pizzeria al taglio e ci rifocilliamo con tranci di pizza, coca-cola e gelato.
Ahhhh ! Burp !!!! Finalmente !
Le energie sono ricaricate e ci incamminiamo verso la basilica di S.Francesco: almeno 1 km ad andare e 1 km a tornare ! A piedi ! Con gli stivali da moto !!!!
Dario santo subito !
Ne valeva la pena anche perché i due oltronisti ad Assisi non c’erano mai stati.
Una rapida quanto intensa e sentita visita alla basilica e poi si riprende la via del parcheggio moto.
Una sorta di Via Crucis dei poveri…
Si sono fatte ormai le sette de la tarde. Dopo una rapida e democratica consultazione, decidiamo che, ci saremmo fermati lungo la strada che porta dall’uscita della E45 al B&B una volta trovato il luogo ove ficcare sotto il tavolo le stanche membra.
Arrivati in quel di Tuoro, seguiamo le indicazioni per un’osteria (mi pare “La Pergola”) che ci da l’impressione di un posto caratteristico nel quale gustare specialità e cucina locale.
Il posto è carino, ci accomodiamo nella piccola saletta all’interno e disturbiamo la calma e tranquillità degli avventori esprimendoci, come al solito, come barbari. Il vociare, le risate, le cazzate…insomma il solito modo di fare di persone allegre ed allo stesso tempo stanche per il viaggio e per la levataccia delle cinque e mezza del mattino.
Sfogliamo il menù, guardiamo quanto esposto sulla locandina esterna e decidiamo le pietanze da chiedere.
La cameriera sembra un po’ stordita e in effetti non è che lo sia più di tanto: è da sola a servire non so quanti coperti, di conseguenza prende le ordinazioni alla cazzo, non ci porta il pane, si dimentica i bicchieri della birra per me e Donato…
Vabbè. Transeat !
Arrivano le pietanze (tranne la tagliata coi porcini che Grazia voleva e che immancabilmente è finita !). La “nouvelle-cuisine” dell’Umbria siamo andati a prendere !
Lasciamo perdere…il Biondo vuole addentare il tavolo tanta la fame ma lo facciamo desistere. Ci accontentiamo di un dolce che, a giudizio insindacabile della mia suprema signora, non è affatto buono … ma  a me piace.
Concludiamo col caffè e paghiamo: almeno il conto non è per nulla salato e così mitighiamo la delusione della cena. Risaliamo in moto e ci becchiamo una processione mariana…
Giornata decisamente mistica.
Arriviamo al B&B, la buonanotte a tutti e entro nel letto.
Click ! La “macchina” Dario si spegne in una frazione di secondo: CTRL-ALT-CANC !

Domenica 1 giugno.
La sveglia è alle 8.30, la colazione alle 9.
La giornata ci concede la vista meravigliosa dalla terrazza che si affaccia sul Lago Trasimeno. Ci sediamo a tavola e ci rimpinziamo ben bene con quanto preparato da Katia del B&B.
Siamo ottimisti e lasciamo le tute anti-pioggia in camera così da avere spazio nei bauletti per lasciare le giacche una volta giunti nei vari posti da visitare.
Si parte in direzione Magione ma non percorrendo la superstrada, bensì scollinando verso Lisciano Niccone, direzione Umbertide e poi deviazione verso Magione.
Davanti a noi si apre un paesaggio che porta tranquillità, rilassa alla guida tanto che, nessuno dei tre, “apre” più di tanto.
Arriviamo al bivio che ci porta a Magione e troviamo un campo di grano e papaveri: scatta il momento “fotografia”.
Foto di tutti i tipi, con papaveri, spighe di grano, moto, donne….
Si riparte e si giunge dopo pochi chilometri a Magione. Il castello dei Cavalieri di Malta è chiuso…peccato !Allora, vincendo le reticenze della Roby e obbligandola in tutti i modi a seguirci, ci rechiamo in quel di Corciano che, se non era per me, il Doni e il Biondo, non ci saremmo mai andati.
Scendiamo dalle moto e subito facciamo notare a colei che non voleva venire, la bellezza del posto.
Oltretutto sapevamo anche della manifestazione “Pane in piazza” con degustazione di pane, vino e altre leccornie gastronomiche e assolutamente non volevamo perderla.
Per fortuna, dopo qualche minuto, anche lei ha convenuto che, ogni tanto, bisogna dar retta anche a noi uomini. Meno male. Non si finisce mai d’imparare.
Iniziamo la visita e ci fondiamo immediatamente in una sala degustazione di pane, focaccia, pizza e vino d’oltralpe in quanto è presente anche la città francese gemellata con Corciano.
Riusciamo a spendere qualche soldo acquistando una specie di nutella al cioccolato bianco ed un patè di tartufi e funghi…10€ !
Evidentemente abbiamo l’aria dei derelitti perché una ragazza dello stand, ci omaggia di un sacchetto pieno di pane…mah…meglio così !
Così ci dirigiamo verso la tappa successiva che è Città della Pieve, altro borgo medievale che è in programma nel roadbook.
La strada è piacevole, il paesaggio è, a mio giudizio, leggermente meno bello di quello visto la mattina passando da Magione.
Arriviamo in piazza e, parcheggiate le moto, ci accampiamo sulle panchine all’ombra delle fresche frasche, a fare il pranzo col pane datoci prima e l’affettato comprato poi in un discount lungo la strada.
Dopo il “lauto” pasto, comincia la visita guidata nella cittadina. Noi tre tendiamo le orecchie nel ricercare anche solo un flebile segnale di dove possa essere accesa una tele sintonizzata sul MotoGp del Mugello.
Combinazione, arrivati in piazza, mentre le maestre sciorinavano nozioni su codesto pittore piuttosto che quello, con una sempre “attenta” Sabina, il trio si infila quasi per caso nell’unico bar della piazza aperto…guarda caso col televisore ben sintonizzato sull’ennesima impresa del mitico Valentino Rossi.
Tra un gelato ed un caffè riusciamo a vedere quasi metà gara mentre le ragazze, ormai rassegnate al nostro menefreghismo, si accomodano sulle sedie del bar ed attendono con sconforto la fine del MotoGp.
Bene, e anche questa è fatta !
Rapido giretto in piazza e lungo una via di Città della Pieve, che peraltro non mi ha particolarmente entusiasmato, e poi via in direzione Paciano.
Anche lì una ventina di chilometri su strada piacevole, con andatura turistica (per quanto mi riguarda) a parte un paio di chilometri affrontati da “embolizzati” da parte del Doni e Antonello.
Io, avendo una Bmw moto notoriamente da anziani, paura per le discese e una cardiopatica a bordo, non potevo certo far di meglio.
Arriviamo a Paciano, parcheggiamo, ci togliamo i caschi, li leghiamo con la catena, per la milionesima volta e andiamo a fare il solito giretto per il borgo.
Questa volta le maestre non tirano fuori nemmeno la guida, tanto sanno che sarebbe fatica sprecata.
Il paesello è talmente piccolo che in meno di cinque minuti lo giriamo praticamente tutto.
Ci accomodiamo sulle sedie di un bar dislocato in piazza e consumiamo le solite cose: caffè e coca cola.
Ultima tappa della giornata è Castiglione del Lago, amena località turistica situata sulla costa ovest del Lago Trasimeno a pochi chilometri dal B&B.
Il paese è decisamente molto più turistico di tutti quelli visitati in giornata. Arriviamo alla porta a sud, parcheggiamo le moto e percorriamo tutta la via principale che porta fino alla Fortezza.
Durante il tragitto, mia moglie si toglie lo sfizio che pochi anni prima, quando siamo andati da soli io e lei, non si è tolto.
I COJONI DI MULO ! Ebbene si ! Finalmente li ha assaggiati…
No…non è come si possa pensare…non fraintendete !
I “Cojoni di mulo” non sono nient’altro che un salame con evidente richiamo, come forma, agli zebedei del quadrupede.
Così convince il buon Antonello ad entrare in un negozio e a comprarne un paio (d’altronde i cojoni in genere sono due…) uniti ad un pezzo di pecorino al tartufo che è qualcosa di speciale !
Tutto ciò per l’aperitivo che avremmo fatto al nostro rientro al b&b dopo la visita del paese.
Colti da un raptus di “voglia di conoscere”, spendiamo ben tre euro a testa per entrare al museo del posto, dal quale poi saremo andati alla Fortezza.
Entriamo in queste sale enormi, occupate da una mostra (non ricordo nemmeno di cosa…) quando, ad un certo punto, da un luogo non ben precisato del museo, udiamo una voce da baritono che, incutendo terrore e sgomento cita testuali parole: “mmmmorte !  mmmmortte !”
Cazzarola ! E chi è ?!....se non Donato che, ispirato dal film “L’uomo di acqua dolce” (A.Albanese) ne rievoca una scena ?? Scoperto l’autore del gesto misterioso, scoppiamo tutti a ridere, tanto che diventerà poi il tormentone della gita.
Ci trasciniamo stancamente all’uscita del museo (dopo un po’ diventiamo allergici alla conoscenza…) e andiamo verso la Fortezza.
Saliamo sul muro di cinta che offre un panorama degno di tale nome e, tra una cazzata e l’altra del duo Anto-Doni, saliamo sui torrioni.
Il tempo di fare una foto “cumulativa” e si riprende la strada di casa.
La profezia della pioggia si sta quasi avverando: prendiamo forse quattro o cinque gocce nel rientro a casa ma va bene così.
Arrivati al b&b ci appropriamo del magnifico terrazzone e consumiamo, senza poca ingordigia, i Cojoni di Mulo e il pecorino al tartufo, il tutto ovviamente ben innaffiato da birra fresca (abbiamo comprato anche quella..).
L’appuntamento è per le nove: il tavolo è prenotato alla Trattoria “Lo Scoiattolo” distante solo qualche centinaio di metri dal b&b. Stasera si gioca “in casa” !
Affamati e riposati, arriviamo al ristorante e possiamo godere della cucina tipica umbra: non come la sera prima.
Penne alla norcina, tagliatelle ai funghi, tagliata di maiale ai porcini…insomma niente, ma proprio niente, male.
Caffè, dolce, sambuca…ah….che piacere ! Spesa ? 32 euro a coppia.
Ancora quattro cazzate fuori dal ristorante, al chiaro di luna, con una temperatura piacevole (per le donne faceva freddo…ma loro non avevano bevuto la sambuca).
Si ritorna a casa e  ci si dà appuntamento per il giorno successivo: colazione alle otto e trenta e partenza alle nove. Direzione Perugia!

Lunedì 2 giugno.
Come sempre, il giorno del ritorno a casa, è caratterizzato dal un misto di tristezza e incazzatura oltre ad una profonda depressione per ciò che il lavoro ci riserva il giorno ancora successivo.
Ci prefiggiamo però di non pensarci troppo (al lavoro) e così, caricati i bagagli e salutata la cordiale padrona di casa, saliamo sulle moto e ci dirigiamo verso la meta decisa, voluta e giustamente pretesa da Sabina: Perugia.
Manco avessimo una tabella di marcia da rispettare, arriviamo nell’orario che avevamo preventivato. Sono le dieci del mattino, la città sembra ancora addormentata, gli ambulanti stanno ancora piazzando le proprie bancarelle. Bello così.
Ci godiamo la passeggiata che porta dall’ingresso della città nascosta alla piazza principale di Perugia. Poca gente per il momento.
Ci possiamo soffermare a guardare tutto ciò che ci pare: visitiamo il Duomo e poi anche il Salone dei Notari (?). Solito caffè e solite minchiate anche se, forse per l’orario, non siamo particolarmente “brillanti”, sembriamo quasi seri… (!)
Ritorniamo verso le moto e andiamo a visitare la città “segreta”, “nascosta”, “fantasma” o come cavolo si chiama.
Molto caratteristica e particolare, piena di turisti che, con le varie macchine fotografiche, cercano di immortalare le emozioni che il luogo suscita.
Rispuntiamo alla luce del sole e ci prepariamo ad affrontare la strada del ritorno, passando però da Umbertide, Città di Castello, per entrare in autostrada ad Arezzo.
Una sosta nei pressi di Città di Castello per approvvigionare la nuova moto del Doni di un po’ d’olio e noi stessi con frutta e pane (quello del giorno prima !).
Il tempo sembra volgersi al brutto e viaggio sempre con uno sguardo alle nuvole per vedere l’evoluzione meteorologica. Fino ad Arezzo tutto bene, tutto asciutto.
Affrontiamo uno dei tratti d’autostrada da me temuti per il traffico: Firenze sud-Firenze Nord.
Tuuto bene, traffico regolare e in lontananza si scorgono gli appennini…e anche delle belle nuvole nere !
Ci fermiamo all’autogrill di Firenze Nord per fare un pisc-stop e la mia mogliettina tira fuori l’idea: “Ci fermiamo a Barberino a mangiarci una fiorentina ??”.
Figuriamoci le altre due golosone: “Si ! Bella idea ! Dài Anto…tu che dici ?” dice con fare languido e sbattendo le lunghe ciglia Sabina alla sua dolce metà che non può esimersi, pena l’embargo totale (di cosa…potete immaginarlo), dall’accondiscendere la moglie.
Nel mentre si cazzeggia sul da farsi, colpo di scena ! La pioggia !
A dire la verità non è che ce la meniamo più di tanto, anzi ! Ce la ridiamo pure ! Incoscienti !
C’è da dire abbiamo la capacità di rendere “simpatiche”, le cose più antipatiche. E così è stato anche con la pioggia.
Mentre i “griffati” Petter e Roby indossavano le belle tute anti-acqua bianche e rosse, i quattro dell’Ave Maria venivano sponsorizzati dall’Aspem con le tute nere e striscia catarifrangente tipica egli operatori ecologici ! Che risate !
Soliti apprezzamenti delle mogli…”Ma cavolo ! Già fanno schifo ‘ste cose…proprio nere dovevate prenderle ?!”
Io e il Biondo ci guardiamo e scuotiamo la testa rassegnati: “Mi piacerebbe non fargliele mettere, così poi vediamo se protestano per qualcosa di sensato !”
Ma tutto fa ridere, tutto fa atmosfera quando si è in compagnia.
Imbracati da netturbini, ripartiamo verso Barberino del Mugello che sarà la nostra prossima meta.
La pioggia non è particolarmente “cattiva” e in circa venti minuti arriviamo a destinazione. Colpo di scena: il ristorante Cosimo de’Medici è chiuso ! Niente fiorentina !
Le lacrime si mischiano alla pioggia ormai consistente. Ci dirigiamo verso un posto che vende specialità tipiche…Salernitane !
Ma come ?! A Barberino ??? Si…i campani sono ovunque !
Ci facciamo ingolosire da una schiacciatina con prosciutto crudo e mozzarella di bufala: difficile da buttar giù, si aggrappa alle pareti dell’esofago e dev’essere bagnata più volte da coca cola disincrostante… ma almeno placa i morsi della fame (a me fino a sera !).
Passano circa tre quarti d’ora prima che si riprenda la marcia di avvicinamento a casa e la pioggia non dà tregua, anzi.
Armati di buona volontà e molta attenzione, percorriamo l’intero tratto appenninico sotto un’intensa pioggia che, dalle parti di Roncobilaccio diventa addirittura forte.
Per fortuna arrivando a Bologna il tempo diventa clemente: non piove più.
Facciamo un’altra sosta a Modena per il rifornimento di benzina e decidiamo di fermarci successivamente a Fidenza dove c’è l’outlet del Parmigiano Reggiano proprio all’uscita dell’autostrada di fianco al più famoso Fidenza Village.
Altra sosta di circa venti minuti e poi si riparte verso Milano. Mancano meno di cento chilometri.
Il traffico a tratti è sostenuto, con le corsie di sorpasso e centrale occupata dai soliti ciglioni: noi con la moto stiamo sulla destra e andiamo che è una meraviglia.
Incontriamo e superiamo una bellissima carovana di Harley Davidson (saranno stati almeno una trentina) che, in due colonne, occupavano la corsia centrale. Sballosi !
Si intravede il casello di Melegnano, dopo un tratto affrontato dal Biondo e me ad una velocità diciamo “sostenuta” (170-180 kmh).
La tangenziale ovest si percorre bene e si giunge sulla Milano-Varese.
Ormai siamo quasi a casa.
A parte la solita sbarra del casello di Gallarate che non si alza (mi era già accaduto al ritorno del Giro del Bastardo), niente di particolare.
Arriviamo dunque all’autogrill di Castronno, partenza e arrivo tradizionale dei nostri giri.
Soddisfatti scendiamo dalle moto e facciamo le foto di rito. Ringraziamo i nostri poderosi e fedeli cavalli d’acciaio per i 1.345km percorsi in tre giorni.
Baci, abbracci e pronti per nuove avventure: ormai non si parla più di due o tre giorni. Il prossimo obiettivo è la “settimana” in moto….non ci si accontenta mai.
Ed è giusto che sia così !
Non ci ferma più nessuno, ormai. Neanche la pioggia.
Alla prossima, amici ! Dobbiamo solo decidere dove andare ! Con chi, lo sappiamo già.

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