Pinuccio & Doni Around the
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VIAGGI IN MOTO DI PINUCCIO E DONI - DALL'HIMALAYA AL KARAKORUM PUBBLICATO SULLA RIVISTA MOTOTURISMO

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E' stato pubblicato sulla rivista MOTOTURISMO numero 195 in edicola a Novembre 2011 il reportage di 22 pagine del nostro viaggio in India, dall'Himalaya al Karakorum in moto a 5600 metri di altitudine. Testi e fotografie di Pinuccio e Doni - Moto utilizzata: Royal Enfield 500

Viaggio di Pinuccio e Doni - India 2010 - Himachal Pradesh, Jammu e Kashmir, Ladakh - In moto sulle strade più alte del pianeta dall'Himalaya al Karakorum pubblicato sulla Rivista Mototurismo

Dall'Himalaya al Karakorum in moto con la Royal Enfield 500 - VIDEO - FOTO - BLOG

Se non hai acquistato la rivista MOTOTURISMO puoi richiedere l'arretrato oppure puoi leggere l'intero racconto nella versione integrale qui sotto in questa stessa pagina.

 

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DALL’HIMALAYA AL KARAKORUM

VIAGGIO IN MOTO SUL TETTO DEL MONDO

CON UNA ROYAL ENFIELD SUI PASSI CARROZZABILI PIU’ ALTI DEL PIANETA

di Pinuccio & Doni

 

Da molto tempo sognavamo di compiere un viaggio in moto in un luogo dove poter toccare il cielo con un dito e, allo stesso tempo, guidare la mitica Royal Enfield 500 Bullet, una moto che ha sempre suscitato in noi molto interesse e curiosità.

Davanti ad una bella carta geografica e dopo una ricerca su internet non è stato difficile scovare la meta ideale dove poter coronare il nostro sogno: l’India! Qui infatti, queste motociclette sono molto popolari in quanto, da molti anni ormai, vengono prodotte direttamente sul posto lasciando inalterate le caratteristiche e lo stile di un tempo.

Inoltre il territorio a nord del paese, nello stato del Himachal Pradesh confina con il Tibet ed è cinto dalla catena himalayana mentre nello stato del Kashmir, nella regione del Ladakh, tra i confini con il Pakistan e con la Cina, svettano le cime del Karakorum.

Dopo un anno di lavoro alla ricerca delle strade percorribili in base alla stagionalità, dei villaggi e dei luoghi più interessanti da visitare, cominciamo ad avere un’idea di quello che ci attende una volta arrivati in questa parte dell’India.

Man mano che ci documentiamo e studiamo l’itinerario restiamo sempre più affascinati dalle montagne e dai paesaggi che i nostri occhi potranno ammirare e siamo sempre più eccitati all’idea che un giorno potremo essere qui a toccare con mano questa stupenda realtà che il nostro pianeta Terra ancora ci offre.

Prendiamo atto che lungo il percorso incontreremo luoghi e genti molto diversi dal resto dell’India, un paese così grande dove coesistono talmente tante realtà con popolazioni dai caratteri somatici, abitudini, costumi, lingue e religioni che alla fine decidiamo di rimanere qui almeno due mesi, spostandoci in lungo e in largo alla scoperta delle diverse culture, dei quali i primi 20 giorni a bordo di una moto Royal Enfield noleggiata sul posto.

Partendo dall’Italia è risultato a noi molto comodo arrivare in India con un volo della Qatar atterrando ad Amritsar in modo che si possa visitare il famoso Golden Temple, il Tempio d’Oro sacro ai Sikh.

AMRITSAR… SIAMO IN INDIA!!!

Sono le 3.10 del mattino del 28 di giugno quando atterriamo ad Amritsar, capoluogo del Punjab indiano e capitale religiosa dei Sikh.

La prima cosa che abbiamo pensato mentre stavamo scendendo dalla scaletta dell'aereo è stata: "Ma se l'aria è talmente calda e irrespirabile (47°C) a quest'ora della notte, cosa dovremo aspettarci l'indomani sotto il sole di mezzogiorno?"

E invece per fortuna già alle prime luci del mattino (9.40) ci siamo accorti che, grazie ad un provvidenziale quanto inaspettato venticello, si riesce a "sopravvivere" ingurgitando a più non posso moltissima acqua e qualunque tipo di bevanda rinfrescante rimandando la degustazione della famosa birra indiana Kingfisher alla sera a cena.

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Siamo voluti venire ad Amritsar, anche se rimane fuori dalle rotte turistiche, per visitare il Tempio d'Oro... il famoso Golden Temple, in quanto affascinati dalle immagini che avevamo avuto modo di vedere di questo tempio considerato dai Sikh il più sacro e per loro luogo di pellegrinaggio in cui recarsi almeno una volta nella vita.

Ci siamo organizzati per fare una lunga visita in tarda mattinata e prime ore del pomeriggio ritornando poi la sera col buio per ammirarlo illuminato dalle luci sapientemente posizionate.

Durante l'intervallo tra le due visite ci siamo recati al confine tra India e Pakistan per assistere al cambio della guardia e ammaina bandiera, uno spettacolo molto folcloristico al quale partecipano moltissime persone di ambedue i paesi facendo a gara a chi festeggia in modo più "rumoroso" accompagnando il tutto con canti e balli.

AMRITSAR – DHARAMSALA

Lasciamo il Punjab per entrare in Himachal Pradesh, infatti da Amritsar dobbiamo raggiungere Shimla, dove ci attende la nostra Royal Enfield, facendo un lungo spostamento verso est di 500 km, ma considerato lo stato delle strade indiane, decidiamo di fare sosta per la notte a Dharamsala (1700 mt.) che si trova a circa metà strada.

Questa tappa risulta interessante perché a Dharamsala c'è un Tempio Buddista con la residenza del Dalai Lama quando non è in giro per il mondo. Dato che anche la maggioranza della popolazione è composta da rifugiati provenienti dal Tibet, sembra di trovarsi al di fuori dei confini indiani.

Infatti Dharamshala è considerata la capitale del Tibet all'estero tanto che viene anche chiamata Piccola Lhasa. Alla fine del paese una passeggiata conduce ad una cascata costeggiando la valle sottostante dove è possibile bagnarsi nelle limpide acque del torrente.

NORBULINGKA – SHIMLA

La mattina scendiamo verso valle per riprendere la strada che ci condurrà a Shimla facendo una sosta a Norbulingka (1150 mt.) dove è possibile visitare la riproduzione di un villaggio tibetano e l'interessante scuola di arti e mestieri che si trova al suo interno.

Continuiamo il cammino, la strada è lunga e tortuosa, tra un villaggio e l'altro ci sono le risaie a terrazzo con le donne al lavoro vestite col Salwar Kameez, tipico abito dai vivaci colori, giallo, rosso, arancione a rallegrare il paesaggio.

A 60 km dal paese facciamo una sosta per il pranzo e aspettiamo l'arrivo di Bricman, il ragazzo che ci porterà da Manali la nostra moto, una Royal Enfield 500, che abbiamo noleggiato per andare su nel Ladakh attraversando la Spiti Valley. Quando arriva ho una gradita sorpresa, il cambio per fortuna è a sinistra e il serbatoio è cromato, ci si può specchiare dentro… è bellissima ed il suono del motore è musica per le mie orecchie :-)

SHIMLA (2000 mt.)

In tarda serata arriviamo finalmente a Shimla (2000 mt.) capitale dell'Himachal Pradesh, dove resteremo fermi due giorni per riposare, acclimatarci e fare una messa a punto alla nostra Royal Enfield 500, cambio olio, filtro aria, pressione pneumatici, pieno di benzina ecc. Durante queste operazioni, la mattina approfittiamo per andare a visitare il Tempio delle Scimmie e il pomeriggio lo passiamo al bazar dove Doni acquista un Salwar Kameez (chiamato anche Punjabi), bellissimo abito che indossano le donne indiane.

Poi cambiamo un po' di soldi in Rupie, acquistiamo una SIM card con numero telefonico indiano da inserire nel nostro cellulare grazie al quale comunichiamo con le nostre guide e anche con l'Italia con "quattro soldi", ed infine passando davanti ad un buco di 2 metri x 2 dove cucinavano spaghetti di riso con verdure e soia saltati alla cinese riusciamo a cenare in 2 persone con 70 rupie, poco più di un euro in totale!

Dimenticavo di scrivere che da quando siamo in India ci accade una cosa incredibile che mai ci era capitata prima d'ora, cioè i giovani, le ragazze in particolare, ci chiedono continuamente da dove veniamo e di poter essere fotografati insieme a noi. Oggi poi, mentre visitavamo un centro universitario, siamo letteralmente stati assaliti da decine di studenti che volevano essere immortalati mentre ci stringevano la mano… mai ci siamo sentiti così importanti ed in imbarazzo allo stesso tempo… loro ringraziavano noi e noi ringraziavamo loro!!!

SHIMLA - SARAHAN (2200 mt.)

Finalmente il grande giorno è arrivato, oggi mi viene consegnata la motocicletta e partiamo immediatamente per compiere la prima tappa del viaggio in moto.

Dato che non avevo mai guidato una Royal Enfield, decido di fare una decina di km da solo prima di far salire anche Doni.

Questo motore è incredibile, mi sono subito sentito a mio agio, sembra un mulo, sale dappertutto… e meno male viste le salite che ci aspettano!

Proseguiamo il viaggio insieme, per un paio d'ore sotto l'acqua, poi una volta iniziata la discesa verso Rampur, l'aria si fortunatamente si scalda, ha smesso di piovere ed è uscito un bellissimo sole.

A Jedra prendiamo la deviazione che sale verso Sarahan, una ventina di km che ci riportano in quota a 2200 mt.

Questo paese è considerato la finestra sull'Himalaya per i bellissimi panorami verso le cime che sfiorano i 7000 mt.

Ci rechiamo a visitare il bellissimo Tempio Indù in legno situato nel centro del villaggio.

Durante la passeggiata rimaniamo colpiti per l'abbondanza di alberi da frutta, soprattutto mele e albicocche, incontriamo una ragazza che chiede ad un giovane di salire su un albero di albicocche per prendere le più mature da donarci, rimaniamo colpiti da tanta gentilezza.

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SARAHAN – SANGLA – KALPA (3500 mt.)

Questa mattina veniamo svegliati dai suoni di una processione, ci vestiamo in tutta fretta e corriamo nel centro del villaggio, scopriamo che si tratta di un matrimonio, la sposa è vestita di tutto punto con abiti cerimoniali caratteristici e con il viso coperto da una maschera molto elaborata.

Dopo colazione partiamo per Kalpa (3500 mt.) ma prima facciamo una deviazione per andare a visitare la Valle di Sangla.

Da quest'ultimo paese non mi aspettavo niente di bello ma sono contento di esserci venuto perché la strada per arrivare quassù in moto è davvero stupefacente con burroni mozzafiato e panorami meravigliosi.

Anche se per molti tratti distrutta e stretta si è rivelata un'ottima palestra per i giorni a venire. A 10 km da Kalpa inizia a piovigginare ma fortunatamente riusciamo ad arrivare a destinazione senza bagnarci.

KALPA - NAKO – TABO (3300 mt.)

Ha piovuto ininterrottamente tutta la notte e anche al mattino non da cenno di smettere.

Mi vesto indossando la tuta antipioggia e decidiamo che andrò solo io in moto, è inutile bagnarci in due, inoltre Doni si evita anche un sacco di freddo dato che man mano che saliamo di quota diventa sempre più pungente.

La strada è uno spettacolo della natura, si trasforma in un torrente in piena che la distrugge e la fa diventare una pietraia con panorami mozzafiato, burroni, precipizi, che ad ogni curva fanno trasalire.

Ci troviamo ad una manciata di chilometri dal confine con la Cina. Mentre sto attraversando un pezzo particolarmente insidioso, una frana viene giù dalla montagna e delle grosse pietre colpiscono la moto, per fortuna senza danni a parte un’ammaccatura al serbatoio, diciamo che è andata bene che non hanno colpito anche me.

Facciamo sosta a Nako (3500 mt.) per il pranzo, oggi cucina tibetana, ottimi spaghetti di riso con verdure… fa molto freddo e sono tutto inzuppato, beviamo un the caldo per scaldarci e tenendo il bicchiere tra le mani ricomincio a sentirmi le dita.

Dopo alcuni km, Doni dall'interno del fuoristrada si accorge che pochi secondi dopo il mio passaggio viene giù un’altra grossa frana, per poco non mi prende in pieno ma è alle mie spalle e io non mi accorgo di nulla… loro invece si devono fermare.

Lo stesso succede più avanti dove la strada è franata in un burrone e rimane il passaggio solo per la mia moto… la jeep dovrà aspettare che degli operai sistemino alla bene meglio la pista in modo da creare un passaggio anche per loro.

Finalmente arriviamo a Tabo, siamo nella Spiti Valley, piove ancora… non ha mai smesso, mi cambio subito con indumenti asciutti e caldi… wuauuu che bello!!!

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SPITI VALLEY TABO – KAZA (3900 mt.)

Anche oggi piove a dirotto, non ha smesso per tutta la notte, faccio il viaggio fino a Kaza da solo, per fortuna sono pochi km, solo 55… Purtroppo mi devo vestire con tutta la roba ancora umida del giorno prima, ma tanto anche se fosse stata asciutta nel giro di 10 minuti mi sarei ritrovato bagnato esattamente come adesso… quindi pronti via, si parte!!!

Lungo il percorso, ogni volta che attraverso qualche piccolo villaggio la gente esce incuriosita per salutarmi e per vedere chi è quel pazzo che se ne va in giro tutto solo in moto con questo tempo da lupi, le strade allagate e le frane che riducono la strada ad un sentiero talmente stretto da essere obbligati a costeggiare il precipizio che sovrasta il fiume in piena.

Io approfitto della loro curiosità per chiedere conferma di essere sulla strada giusta e intanto tiro fuori la macchina fotografica per far loro qualche primo piano… ormai i tratti somatici ricordano i cinesi… solo un po' più coloriti… eh si è vero, solo qualche km più a est c'è il Tibet!!! Arrivo a Kaza (3900 mt.) più infreddolito che mai, piove ancora, le cime delle montagne sono ricoperte di neve, ad un bivio che divide old Kaza da new Kaza mi fermo per aspettare la Jeep con Doni a bordo perché non so da che parte devo andare.

Intanto qualche abitante meno timido mi ronza intorno per soddisfare la sua curiosità… vogliono sapere da dove vengo, dove andrò… sono tutti molto cordiali, spiego loro che arrivo dall'Italia e sono diretto nel Ladakh con la mia Royal Enfield… che tra poco arriverà mia moglie e che se domani il tempo lo permetterà, continueremo il viaggio in moto insieme…

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Una volta asciugato e stirato corriamo al monastero di Kaza perché abbiamo saputo che stanno festeggiando il compleanno del Dalai Lama, oggi compie 75 anni. La cerimonia è già incominciata, ci togliamo le scarpe ed entriamo, è pieno di monaci e di gente ma un angolino dove sederci per terra lo troviamo.

Passa un monaco e ci porge una tazza dove poi ci verrà versato il the con il latte ed un altro monaco ci da un piattino che verrà poi riempito di riso, mangiamo e beviamo entrando a far parte della cerimonia, una calda accoglienza ed una bella quanto inaspettata esperienza!

K AZA – DHANKAR – KIBBER (4200 mt.) – KYE - KAZA

Dedichiamo la giornata di oggi alla visita dei monasteri buddisti, i Gompa, che si trovano in questa area della Spiti Valley. La mattina ci dirigiamo verso sud per andare a Dhankar dove c'è un antichissimo monastero arroccato sulle rocce a 4.000 metri di altitudine.

Già da quando lo si scorge da lontano è bellissimo, visitare poi gli interni è molto suggestivo, tutto sa di antico, alle pareti fanno bella mostra dipinti risalenti a 1300 anni addietro. Il panorama che si scorge tutto intorno è impossibile da descrivere, bisogna viverlo!

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Il pomeriggio invece andiamo verso nord, esattamente a Kibber e Kye. Decidiamo di visitare prima il Gompa più lontano, quello di Kibber (4200 mt.), ma una volta arrivati al monastero scopriamo che è chiuso e non c'è nessuno che ce lo possa aprire perché i monaci sono tutti a Kye per una grande festa.

Torniamo indietro a Kye e già vederlo da lontano fa la sua bella impressione, arroccato in cima alla montagna il monastero si presenta a forma di pigna.

All'entrata rimaniamo stupefatti per il gran numero di bambini vestiti da monaci, scopriamo così che all'interno c'è una scuola per diventare monaci buddisti. Sopra la terrazza più alta due monaci suonano un lungo corno diffondendo per tutta la valle il caratteristico suono rendendo l'atmosfera surreale.

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Anche questo monastero è molto vecchio ed è tutto un saliscendi di buie scale con ripidi gradini, visitiamo ogni suo angolo ed infine entriamo nel Tempio a piedi nudi. All'interno non sarebbe permesso fotografare ma un monaco, in cambio della promessa che gli spedirò una stampa del suo ritratto, mi concede di usare una delle mie macchine fotografiche… anche qui bellissimi dipinti ornano le pareti, sono molto antichi, vecchi di mille anni ma molto ben conservati.

Ringraziamo e salutiamo tutti, circondati da un'infinità di bimbi monaci molto vivaci che ci corrono dietro fino all'uscita!!!

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KAZA – PIN VALLEY (3500 mt.) – KAZA

Oggi il tempo è bellissimo, sole caldo e cielo azzurro intenso con qualche nuvola bianca per fare le foto come piace a me… ma a rovinare la giornata c'è una notizia che fin da ieri temevamo di ricevere.

La tappa di oggi con destinazione Keylong salta… hanno chiuso la strada in prossimità del Kunzum Pass situato a 4600 mt. di altitudine… tutta la pioggia dei giorni scorsi, al di sopra dei 4000 metri era neve e lassù a fatto disastri.

Quindi passeremo la notte ancora a Kaza sperando che sistemino la strada per l'indomani altrimenti dovremmo cominciare a preoccuparci sulla riuscita del nostro giro studiato per un anno intero.

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Ma non disperiamo e non rimaniamo con le mani in mano, prendiamo la nostra Royal Enfield e andiamo a visitare la Pin Valley e il Kungri Monastery (3520 mt.). Anche qui la strada non è delle migliori, attraversare in due persone sulla moto i punti dove la pista si trasforma in un torrente con grosse pietre insidiose non è uno scherzo, un paio di volte abbiamo rischiato seriamente di cadere ma è sempre andata bene.

Anche il fango è un'insidia da non sottovalutare, abbiamo sentito la moto che voleva andarsene per i fatti suoi ma anche qui nessun problema… evidentemente il motoalpinismo, disciplina alla quale mi sono avvicinato negli ultimi due anni, sta tornandomi molto utile per trarmi d'impaccio da situazioni un pochino complicate e per affrontare con una certa decisione ostacoli che se presi diversamente potrebbero rivelarsi pericolosi.

Ma torniamo al nostro giro in questa valle… i panorami che ci offre la Pin Valley sono quanto di meglio abbiamo potuto ammirare sin'ora, i colori delle montagne spoglie e senza alberi con le cime ricoperte di neve sono indescrivibili, varie tonalità di rosso, arancio, marrone, grigio e verde sembrano giocare con le ombre prodotte dalle nuvole creando paesaggi sempre nuovi che ci vengono offerti dietro ogni curva.

Invece il Monastero di Kungri, rispetto a quelli visitati ieri non è un granché, forse perché è troppo nuovo e non ha i preziosi e antichi dipinti che ornano le pareti, infatti è stato inaugurato nel 2004. Però una cosa ci ha colpito, le due pareti laterali sono arredate da vetrinette alte da terra fino al soffitto contenenti la bellezza di 1000 statuette di Buddha, un bel colpo d'occhio non c'è che dire.

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KAZA – KUNZUM PASS (4550 mt.) – KEYLONG – TANDI

Le notizie con le quali stavamo concludendo la giornata di ieri non erano confortanti per niente, in paese giravano voci che per almeno 3 o 4 giorni la strada per Keylong sarebbe rimasta ancora chiusa.

In questo caso quello che ci aspetta per raggiungere il Ladakh si sta trasformando in un calvario… si tratterebbe di tornare indietro rifacendo tutto il percorso fatto finora nella Spiti Valley al contrario fino al Kinnaur per poi salire verso nord passando da Manali, anche in questo caso si perderebbero 3 giorni ma almeno non resteremo fermi.

La cosa che più ci da fastidio è che non ci sono notizie ufficiali da parte di polizia, esercito o non so chi… la nostra guida ci racconta che per sapere quando verrà aperto il Kunzum Pass occorre aspettare che arrivi il primo bus da lassù, solo così si avrà la certezza che tutto è tornato "normale"!!!

Dopo nemmeno un'oretta, ci telefona la nostra guida Pritam per darci buone news, la strada è aperta… si parte… e vaiiii :-)

Alle 8.30 ci troviamo con una coppia di Bombay, con la quale abbiamo fatto amicizia nei giorni scorsi, e con un ragazzo russo per fare carovana, così in caso di guasti o incidenti ci daremo una mano a vicenda, l'unione fa la forza!

Io e Doni in moto partiamo per primi con la mitica Royal Enfield, a seguire gli altri a bordo delle loro auto e per ultima la jeep che ci fa da scorta con a bordo il driver, la nostra guida e il meccanico con i ferri e i pezzi di ricambio per la moto.

Tutto procede per il meglio, a parte la neve che col disgelo trasforma le piste in torrenti con pietre insidiose difficili da guadare in moto in due persone.

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Dopo aver superato uno dei tanti guadi, nei pressi di Losar, chiedo a Doni di scendere dalla moto, la gomma posteriore è bucata. Rimaniamo fermi una quarantina di minuti in modo che Bricman, il nostro bravo meccanico, ci sostituisca la camera d'aria.

Io e Doni ripartiamo in moto ma purtroppo dopo nemmeno un'ora buchiamo ancora, solo che questa volta siamo sul Kunzum Pass e a quasi 5000 metri non è salutare fermarsi più di 5 o 10 minuti… Invece l'attesa per la riparazione dura quasi un'ora e così Doni ha un forte mal di testa con attacchi di vomito che le passeranno solo dopo esserci rimessi in cammino, infatti la strada stavolta sarà tutta in discesa.

Nel frattempo arriva l'orario più caldo e con il sole che scioglie la neve si formano delle vere e proprie cascate che si riversano sulla strada… sono molto scenografiche e anche divertenti da affrontare, ma è anche vero che in caso di caduta c'è il rischio di venire trascinati giù in un precipizio insieme all'acqua che continua la sua corsa verso valle.

Tutto bene, arriviamo a Keylong stanchissimi ma contenti ed entusiasti di aver fatto tutto il percorso, forse uno dei più difficili, senza essere caduti nemmeno una volta! Pochi chilometri prima del paese, prendiamo una deviazione che ci porta al campo tendato di Tandi, immerso nel verde in ottima posizione, caldo ed accogliente, gestito da ragazzi gentilissimi che ci mettono subito a nostro agio cercando di non farci mancare nulla.

KEYLONG – SARCHU (5000 mt.)

Questa mattina telefoniamo alla mamma del nostro carissimo amico Marcello, siamo in pensiero perché non riusciamo a comunicare con lui, è partito da Roma per fare un viaggio in moto molto impegnativo… in sella alla sua Suzuki Hajabusa dovrà raggiungere la Mongolia e ritornare a Roma percorrendo un totale di quasi 25.000 chilometri, ci risponde che sta bene e gli chiediamo di salutarcelo appena si farà vivo con lei… Grande Marcello!!!

Partiamo alla volta del campo tendato di Sarchu, prima però andiamo a fare il pieno di benzina riempendo anche un paio di taniche di scorta perché per i prossimi 400 km non ci saranno più benzinai.

Veniamo anche avvisati che dovremo affrontare dei passi sopra i 5000 metri con molta neve e che troveremo parecchio freddo… e così sarà!!! Purtroppo il freddo viene intensificato anche dagli indumenti fradici nonostante l’antipioggia, le mani e i piedi sono ormai al limite della sopportazione.

A bordo strada notiamo una grossa tenda, entriamo e scopriamo che è l’equivalente dei nostri autogrill, ci scaldiamo con una zuppa calda e ci togliamo le calze bagnate rimando a piedi nudi. Il tepore del fuoco usato per cucinare è piacevole. All’interno di questo tendone si trova anche un lungo ed unico letto con tanto di cuscini e coperte di lana dove trovano posto anche una ventina di persone, per lo più camionisti che trovano rifugio per la notte. Ci adagiamo a riposare di fianco a loro e quando dopo un’oretta è ora di ripartire, lo facciamo a malincuore.

Arrivati a Sarchu anche qui siamo in un ottimo campo con belle e accoglienti tende dove per la notte veniamo riforniti di ulteriori coperte e di boeulle (si scrive così?) piene di acqua bollente da mettere nel letto.

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Le ore passate in viaggio sono state parecchie… 10/12 ore in sella alla moto su strade inesistenti o distrutte sono molte… quindi dopo cena a letto presto!

Putroppo non riesco ad aggiornare il nostro blog come vorrei… internet è praticamente inesistente…

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SARCHU – TSO MORIRI LAKE (4600 mt.)

Eccoci in Ladakh!!! Tanti chilometri… tantissimi… quasi 300 km… la strada è una mulattiera!!!

Lungo il percorso i camion rovesciati o finiti fuoristrada non si contano. Inoltre incrociamo anche parecchie colonne formate da numerosi camion militari.

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Fortunatamente arriviamo che c'è ancora un bel sole che ci scalda mentre riposiamo sulle rive del bellissimo lago Tso Moriri circondati da vette innevate e ammirando uno dei più bei panorami mai visti prima.

Dopocena a letto presto, mi sento molto stanco… la schiena fa male, forse ho anche la febbre ma non voglio misurarla… 52 anni sono forse troppi per vivere queste esperienze? Dovevo svegliarmi prima? Forse si, forse no… è che prima c'erano altri interessi!!! Dieci ore di riposo al caldo chiuso nella nostra tenda mi faranno bene… domani altro tappone fino a Leh, capitale del Ladakh… e poi un giorno di meritato riposo prima di andare alla scoperta di questa meravigliosa regione soprannominata “Piccolo Tibet”.

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TSO MORIRI – TANGLANG PASS (5360 mt.) – LEH

Questa mattina siamo stati molto fortunati… dopo pochi minuti dalla partenza, mentre ci trovavamo ancora a costeggiare le sponde del lago Tso Moriri, incontriamo una tribù di nomadi che si sta spostando con tutti i propri beni. Uomini, donne, vecchi e bambini… in cammino, occupandosi ognuno dei molti animali al seguito… pecore, capre, muli, asini, cavalli ed infine, stracarichi, i grossi Yak che lentamente trasportano le cose più pesanti ed ingombranti.

Riprendiamo a malincuore il cammino, all’inizio il percorso è esclusivamente fuoristradistico, poi dopo un paio d’ore, al posto di controllo di Mahe, incontriamo la bellissima strada incastonata nella chiara roccia delle montagne da una parte e costeggiando il fiume giù nel burrone dall’altra. Un po’ stretta e piena di curve, ma che dona un piacere vero nel guidare la moto.

Arrivati a Leh verso le 17 non resistiamo… una calda doccia dopo tanto freddo e tanti giorni di campi tendati è quello che ci vuole… e poi via, alla scoperta di questa cosmopolita città situata in una valle a 3500 metri di altitudine, circondata dalle alte cime dell'Himalaya da una parte e del Karakorum dall'altra!

LEH, LA CAPITALE DEL LADAKH (3500 mt.)

Oggi riposo, niente moto, consegno le chiavi della Royal Enfield a Bricman, il nostro insostituibile meccanico, per una bella messa a punto dato che, tra un paio di giorni, per recarci nella Nubra Valley dovremo superare il passo carrozzabile più alto del mondo con i suoi 5602 metri di altitudine sul livello del mare, il Khardung La Pass!!!

 

Intanto noi continuiamo con calma e senza fretta la visita di Leh andando anche a visitare Monasteri, Stupa e Gompa dei dintorni. Molto tranquilla e verace la parte mussulmana della città, dove botteghe di arti e mestieri sono un autentico museo a cielo aperto.

LEH – ALCHI – LEH

Gita giornaliera di 180 km in moto per arrivare ad Alchi con deviazioni per visitare i bellissimi Gompa di questa regione con ritorno in serata a Leh. Lungo la strada ennesima foratura, stavolta un'ora fermi sotto il sole caldissimo di mezzogiorno… continuo a ripetere che il copertone è da sostituire ma non vengo ascoltato… secondo me ci deve essere un foro procurato nei giorni scorsi dalle acuminate pietre e che deteriora le camere d'aria in brevissimo tempo… Vabbè anche questo fa parte del gioco!!!

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LEH – KHARDUNG LA PASS (5602 mt.) – NUBRA VALLEY

Oggi giornata intensa… per raggiungere la Nubra Valley dobbiamo valicare in moto il passo carrozzabile più alto del Mondo situato ad un'altitudine di 5.602 metri sul livello del mare, il famoso Khardung La Pass!!!

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Ci viene raccomandato di non sostare più di 5 minuti, giusto il tempo per scattare qualche foto ed acquistare la maglietta ricordo!!! La Royal Enfield si comporta egregiamente, fatica solo un po' a tenere il minimo, evidentemente anche a lei manca l'ossigeno… ma ecco che a circa un paio di km dal Khardung La Pass, ad un'altitudine di 5400 metri buco per l'ennesima volta… io e Doni siamo così costretti a rimanere a questa quota per circa un'ora, stavolta lei sta bene ma io dopo una ventina di minuti comincio ad avere preoccupanti giramenti di testa, mi accascio con le gambe molli su una pietra.

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Cerco di reagire, quando vedo gocciolare dei ghiaccioli mi metto a fare qualche macro ma a fatica… tutto mi gira intorno, sono quasi convinto che l’autofocus della mia reflex non riesca a mettere bene a fuoco… ed invece sono io che ho la vista annebbiata!!!

Quando la moto è a posto risalgo in sella e finalmente sto bene… riprendo la salita fino alla vetta del passo… foto di rito e poi via di corsa giù dal versante opposto… la Nubra Valley si apre dinnanzi a noi!!!

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Questa valle situata tra Pakistan e Cina è divisa in due dal fiume Nubra River, questo pomeriggio visitiamo la parte ovest percorrendo la strada che conduce ad Hunder caratterizzata da dune di finissima sabbia dove vivono i cammelli che percorrevano l'antica via della seta.

Non facciamo in tempo ad iniziare il percorso che buco di nuovo, stavolta però le camere d'aria sono finite… il meccanico tira fuori colla e toppe per ripararla ma la colla è vecchia e non attacca… siamo nei guai… big problem… e adesso???

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Lasciamo il povero Bricman a curare la moto e partiamo con tutte le camere d'aria bucate alla ricerca di un gommista che ce le ripari, lo troviamo dopo un'ora, un'altra ora per ripararle tutte e tornare alla moto… lasciamo di nuovo Bricman intento alla riparazione mentre noi si parte per visitare un Gompa e andare a vedere i cammelli sulle dune di sabbia al tramonto.

Quando torniamo da Bricman sono le 20, ormai è buio… lo troviamo stanco, arrabbiato e con la gomma ancora a terra… il gommista non ha fatto un buon lavoro… big problem… ma siamo in India… tutto quanto sembra irrealizzabile può diventare realizzabile … dipende anche dalla fortuna o dalla sfortuna… Siamo in India a 200 km da Leh in un pezzo di Mondo situato tra la Cina ed il Pakistan… è tardi ed è ormai buio… non passa neanche un'auto… eccetto una, si ferma, il conducente saluta calorosamente il nostro driver… è suo fratello che vive a Diskit, un paesino qui vicino, dice di gonfiare la ruota quel tanto che tenga un pochino d'aria, giusto il necessario per arrivare a casa sua, domattina presto dopo una buona nottata riposante il problema sarà risolto!

NUBRA VALLEY - LEH

Bricman, il nostro bravo meccanico, arriva con la moto riparata, ma prima di partire alla volta di Panamik per visitare il lato della Nubra Valley a est del fiume Nubra River chiedo che venga sostituito una volta per tutte il copertone della moto. Finalmente vengo ascoltato, erano giorni che lo ripetevo, la nostra guida telefona a Leh e ci assicura che prima di sera il copertone nuovo con una decina di camere d'aria anch'esse nuove saranno qui e che la moto sarà efficiente al 100% per rifare il viaggio di ritorno a Leh l'indomani mattina ripassando dal Kardung La Pass situato a 18380 piedi di altitudine.Inutile dire che anche questo versante della Nubra Valley ci ha regalato panorami stupendi e dopo aver superato alcuni guadi, prendo uno sterrato sulla sinistra solo per curiosità… Io e Doni percorriamo in moto un paio di chilometri dulla sabbia fino ad arrivare ai piedi di una collinetta pietrosa che superiamo a piedi… davanti a noi uno spettacolare laghetto alpino con l’acqua di un colore tra il verde smeraldo e il turchese ci fa rimanere a bocca aperta… non so perché ma quando ho preso la deviazione sentivo che li c’era qualcosa di interessante da vedere!!!

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Il pomeriggio lo passiamo girovagando a piedi per il piccolo villaggio di Tritih situato nelle vicinanze del nostro campo tendato. Mentre Bricman finalmente (erano giorni che lo ripetevo) sostituisce il vecchio copertone dell’instancabile Royal Enfield con quello nuovo arrivato nel frattempo da Leh, spedito qui con un Taxi dal gentilissimo George. Inutile sottolineare che non bucheremo mai più!Il giorno seguente, dopo colazione, si parte per rifare il percorso al contrario che ci riporterà a Leh, capitale del Ladakh, ripassando dalla strada più alta del Mondo percorribile con un mezzo a motore, il Khardung La Pass (5602 mt).

LEH – PANGONG TSO (4250 mt.)

Ci tenevamo davvero tanto a visitare il Lago di Pangong Tso, è il lago di maggior estensione nella catena montuosa dell'Himalaya, durante la preparazione di questo avventuroso viaggio di 60 giorni in India avevo letto e visto parecchie fotografie di questo stupendo lago salato situato a 4250 metri di altitudine che si trova al confine tra India e Cina, infatti i due terzi della lunghezza del lago sono in Tibet. E’ curioso inoltre che nonostante sia un lago salato in inverno ghiaccia completamente.

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Quello che più ci affascinava era il fatto che nonostante la sua lunghezza di ben 130 chilometri, la larghezza massima di soli 5 km permette di vedere le montagne della riva opposta… ebbene la terra che si vede benissimo altri non è che il Tibet e, pur non mettendoci piede fisicamente, il solo poterne vedere le sue maestose montagne evoca in noi un senso di benessere difficile da spiegare. Arrivando a Pangong Tso o Lago Pangong (Tso significa lago in lingua Ladakhi) nel pomeriggio, il sole caldo e la luce giusta ci fanno assaporare ancora di più questo incantevole lago e le montagne del Tibet ci fanno provare emozioni inspiegabili!!!

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PANGONG TSO – LEH

Il mattino presto verso le 8 siamo già in sella pronti per ripartire, ma alle 5 eravamo già sulle rive del lago Pangong Tso ad ammirare l'alba tra le montagne della sponda opposta… le montagne del Tibet!!! Anche per arrivare sin qui occorre vivere una piccola ed emozionante avventura che oggi ripeteremo tornando verso Leh, valicheremo infatti il secondo passo più alto percorribile con un mezzo a motore, il Chang La Pass situato a 5360 metri sul livello del mare (17586 piedi)!!!Una volta arrivati a Leh, purtroppo si conclude l'avventura motociclistica in sella alla instancabile Royal Enfield.

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LEH

Oggi io resto in albergo tutto il giorno, “Do Not Disturb” appeso fuori dalla porta della nostra camera… ho 5500 fotografie da rivedere e selezionare del nostro giro di 20 giorni in moto in sella alla storica Royal Enfield 500 Bullet che si è comportata egregiamente durante il viaggio di 3000 chilometri nel nord dell'India, superando qualunque tipo di ostacolo ad altitudini proibitive regalandoci avventurose esperienze e fantastiche emozioni.

Doni approfitta per una sana e meritata giornata di shopping per le vie di Leh… dopo il freddo, l'acqua e la neve è proprio quello che ci vuole… verso sera l'accompagno nel centro di Leh per gustarci insieme l'ultimo frullato di mango, banane e albicocche ricoperto di gelato alla vaniglia… domattina presto si vola a New Delhi… il viaggio continua!!!

CONCLUSIONI

Abbiamo vissuto un viaggio da protagonisti… un viaggio da vivere per sentirsi vivi… un viaggio che si vorrebbe non finisca mai… un viaggio dove si tocca il CIELO con un dito… un viaggio dove il corpo e l'anima si fondono e la mente prende altri ritmi sconosciuti prima d'ora, un viaggio dove la natura prevale sull'uomo imponendo i suoi tempi, un viaggio dove non si può che inchinarsi davanti a questa natura maestosa ammirando quello che ha da offrirci!!!

Un viaggio iniziato a Shimla, capitale dell'Himachal Pradesh e terminato in Ladakh a Leh nel Jammu and Kashmir, attraversando e visitando la Spiti Valley, la Pin Valley, l'altopiano di Sarchu, il lago Tso Moriri, Alchi, la Nubra Valley e il lago Pangong Tso… sempre circondati dalle cime innevate dei 7/8000 metri prima dell'Himalaya e poi del Karakorum, provando forti emozioni in cima ai passi di Khardun La (5602 mt), Chang La (5360 mt), Lachulung La (5000 mt), Nakee La (4700 mt.) Kunzum Pass (4550 mt) e tanti altri meno noti ma altrettanto suggestivi.

Nonostante la caratteristica delle strade, un misto tra on e off road, io e Doni non siamo mai caduti… dai lasciatemelo dire, sono fiero ed orgoglioso di me.

Desidero qui ringraziare tutti gli amici enduristi, trialisti e moto-alpinisti con i quali sono uscito in questi ultimi 2 anni che con tanta pazienza hanno saputo trasmettermi parte della loro esperienza accompagnandomi sulle mulattiere e sui sentieri più impervi ed impegnativi facendomi scoprire stupende zone di tutta l'Italia finora a me sconosciute.

Tutti amici che mi hanno trasmesso tecniche o modi di guidare la moto fuori strada e che applicate qui in India mi hanno aiutato parecchio nel portare a termine questo viaggio senza incidenti o cadute nonostante le difficoltà incontrate durante il lungo percorso di circa 3000 km tutto su strade accidentate al punto da trasformarsi di punto in bianco in torrenti, mulattiere o pietraie!!!

Il tratto che si fa prima di arrivare a Keylong, passando dalla Spiti Valley e dal Kunzum Pass, è meraviglioso, direi uno dei piu' suggestivi in assoluto, ma i guadi e le sassaie sono tanti. Tutto si puo' fare, ovviamente, l’importante è prestare attenzione.

Ci tengo a sottolineare che comunque non occorre una particolare esperienza o preparazione, è molto più importante secondo me, essere motivati e determinati quando ci si trova davanti ad ostacoli o situazioni che potrebbero far desistere i più indecisi.

Questa parte di Mondo, questi posti ai confini del cielo e questa stupenda moto trasmettono fortissime emozioni… ma attenzione, solo a chi sa emozionarsi ancora.

Auguriamo a chi verrà qui, sul tetto del Mondo, di vivere una grande esperienza di vita, oltre che di viaggio!

Pinuccio & Doni

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Pinuccio e Doni... così ci chiamano gli amici! Amiamo molto viaggiare, ci troviamo sempre d'accordo su qualunque tipo di destinazione, l'importante è partire per conoscere nuove genti, condividere i loro modi di vivere, ammirare stupendi panorami, magnifiche albe e romantici tramonti!

Partire sperando di non arrivare mai… è questo il viaggio infinito???

FOTO - BLOG - IL VIDEO DI QUESTO VIAGGIO LO TROVI QUI: Dall'Himalaya al Karakorum in moto con la Royal Enfield 500

MOTO CHE PASSIONE: Tutte le nostre esperienze ON / OFF in moto!!!