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LA FORESTA DEI GARIMPEIROS - (2007/08) di Lucio Insinga

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Viaggio di Lucio Insinga

BRASILE

 

La Foresta dei Garimpeiros

Le unghia rotte e le mani spaccate di Nelson gettavano schizzi di sangue impastato con fango fin sui miei vestiti..

Eppure scavava senza mostrarmi segni di dolore, ma solo smorfie di fatica, tanto concentrato da non sentire ne’ gli uccelli gridare ne’ il fiume furioso portare via tutto.

A volte ci fermavamo e guardavamo verso la stessa direzione, verso il villaggio perduto al di la di un oceano di foresta, onde le colline, acqua le foglie.

Già dopo tre giorni la nostalgia del villaggio cominciava a dipingerci sugli occhi un po’ di malinconia rendendoci ancor più complici

Tre giorni per scavare una buca profonda almeno 4 metri e ritrovavo così anche le mie mani spaccate e la pelle strappata dai palmi, che solo a sfiorarli bruciavano come sale sugli occhi;

E bruciava nel mio petto la nostalgia di tutto quello che avevo lasciato in Italia, ma nello stesso tempo mi levava ancor di più il respiro un nodo alla gola, la certezza che prima o poi avrei lasciato quelle foreste per ritornare in Europa, una nostalgia che mi soffocava ancor prima di andar via.

Le mani bruciavano, il petto bruciava, eppure scavavo, felice di avere finalmente raggiunto l’argilla più chiara, quella più profonda, che avremmo dovuto finalmente setacciare.

La scala, le piccozze, le pale, i setacci…tutto portato fin li nel silenzio della notte e nella complicità della foresta.. Le guardie non sono clementi con i “garimpeiros” clandestini, i cercatori di diamanti.

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Ma eravamo così sperduti nella giungla che il primo policial distava parecchie decine di chilometri.

- “Porra” vecchio mio, qua c’è l’argilla.. dobbiamo solo prenderla e portarla al setaccio.. sta attento a non perdere neanche una pietra!-

Dopo giorni di scavare,se avessi perduto anche solo una pietra non me lo sarei perdonato, e certamente non me l’avrebbe perdonato nemmeno lui, Nelson.

Durante il monotono roteare del setaccio mi racconta leggende di grossi diamanti, di incontri con la grande onça, il giaguaro, e di tristi incidenti durante i lavori del graimpo.

Mi raccontava di come una frana avesse travolto suo fratello Rapha e tutti i suoi compagni mentre scavavano a ridosso di una parete nella valle del rio Ribeirao…tutti morti, tranne Rapha, che è rimasto “deficiente”.

Effettivamente lo sguardo di Raphinha è inquietante, perso nel vuoto, un po’ per l’incidente, un po’ perché sniffare colla gli ha bruciato il cervello.

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Eppure i sorrisi che mi faceva mi riscaldavano come solo quelli bahiani sanno fare.

Le storie si susseguono sature di pathos e io le seguo a stento, un po’ per la stanchezza, un po’ perchè il frastuono del fiume nasconde le parole.

La sera scendeva così, accompagnata dalle storie di Nelson e dal rossore di un fumoso fuoco di legna umida.

La cena proponeva come sempre del riso, fagioli, carne secca e se la foresta era generosa, mangiavamo qualche frutto selvatico o un “tatù” armadillo.

La cachaça non mancava mai, perciò la serata passava in fretta, e comunque sempre in allegria, ridendo, e raccontando storie dell’Italia.

-Lucio, dov’è che sono cadute le torri gemelle…in Italia?-

-Ma in Italia c’è la guerra?-

-Ma in Italia non esiste la manioca???? E come fate “porra” senza manioca???-

-Porra….un solo mango costa 6 reais????

-Beh, è vero noi abbiamo il benessere, ma non abbiamo il vostro sorriso. Qui in Brasile c’è il ricco e il povero, senza il pudore della via di mezzo. Eppure è solo il denaro quello che vi separa, in spiaggia siete uguali, nella foresta siete uguali.E’ la bellezza che vi unisce, a noi ci divide-

-Ma perché, Lucio?-

-Nelson, non lo so-

-Non capisco-

-Neanche io-

Appena albeggia ci svegliamo e uscendo fuori dalla grotta che ci ha protetto nella notte

ci troviamo avvolti da una nebbia che in poche decine di minuti evapora regalandoci la giungla e le montagne, mentre i pappagalli, i colibrì e tutti gli altri uccelli ci mostrano colori e suoni sconvolgenti . Un grosso boa finisce di ingoiare gli avanzi del tatù lasciati proprio li accanto alla stuoia dove dormivo.

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Nelle prime 3 ore di lavoro Nelson trova 2 diamanti, molto grossi, e a suo dire anche molto puri, uno con riflessi verdi..

Naturalmente il ricavato sarà suo, io sono solo un piccolo aiuto..li rivenderà entrambi a 150 euro, mentre un vecchio, giù al villaggio, li intaglierà entrambi per 60 euro...a quanto pare portandoli in europa clandestinamente aumenteranno vertiginosamente il loro valore…ma non mi interessa; li prenderà qalcun altro.

-Lucio, ma perché non li compri tu questi diamanti? Ti assicuro che sono buoni… quando tornerai in Itàlia potrai rivenderli per molto di più…io non capisco!-

-Neanche io…-

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