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LIBIA, Destinazione Akakus - (2009) di Antonio Sala

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Viaggio di Antonio Sala

LIBIA

LIBIA – DESTINAZIONE AKAKUS

 

Complice l’embargo tolto solo di recente, la Libia è ancora trascurata dal turismo di massa, nonostante sia un paese sicuro e non toccato dall’ondata violenta dell’integralismo islamico che ha travolto la vicina Algeria. Ha moltissimo da offrire: oltre al fascino del deserto, un ricchissimo patrimonio di pitture e graffiti rupestri, a ricordo di quando il Sahara era verde, l’architettura di terra delle sue città oasi e rovine greco-romane fra le più belle del Mediterraneo. Insomma ce né per tutti: per chi ama l’avventura e la natura selvaggia, ma anche per gli appassionati di storia, arte ed archeologia.

Sahara significa “grande vuoto” in lingua araba. Sicuramente un viaggio nel deserto è sempre di grande bellezza, è un viaggio impossibile da dimenticare, ma anche difficile da raccontare senza rischiare di cadere nei soliti luoghi comuni: “Magici tramonti”, “cieli trapuntati di stelle”,”dune spettacolari.

Nel deserto tutto il cosmo si riduce a pochi elementi. Il deserto rappresenta l’universo ridotto all’essenziale: la sabbia, il sole, le stelle di notte, il silenzio, il calore del giorno. Niente si frappone tra te e Dio, fra te e l’universo.

Il deserto non è per coloro che provano l’angoscia del silenzio e della solitudine, che non sono capaci di ridurre al minimo i propri bisogni almeno per il breve intervallo di una vacanza, che si spaventano nel confrontare l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, i tempi incommensurabili dell’universo e quelli minuscoli dell’uomo.

Si scopre un succedersi d’ orizzonti, un paesaggio mutevole e tutt’altro che monotono, dalle imponenti dune dell’erg alle piatte distese di ghiaia del reg, dagli strani profili dei pinnacoli di roccia erosi dal vento alla parabola sensuale e perfetta delle barcane, le dune mobili spinte dai venti dominanti. Poi irreali come improvvisi miraggi, le sorgenti, i laghi, le palme e le oasi, perfetti microcosmi dove l’uomo è riuscito a vivere in equilibrio con l’inospitale deserto circostante.

Antonio Sala

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